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Notizie fornite da don Brunone De Toffo

Basalghelle di Mansuè ha oggi 880 ab. 
Il nome potrebbe significare dal greco o dal latino: luogo della piccola basilica, oppure vaso di alghe, di argilla, di baci, di annunci, di campi ecc…
Il primo accenno su Basalghelle si trova nella Historia della Città di Belluno pubblicata nel 1607 da Giorgio Piloni dove si dice che nell’anno 1198 nel “mese di febraro”…Gabriele di Camino aveva il suo feudo a “Rivole (Castello di Rigole) sotto Uderzo”. 
Nel documento antico trascritto da F. pellegrini del 15 dicembre 1233 si parla di “investitura del castello di Zumelle (Mel) data dal vescovo di Ceneda (ora Vittorio Veneto) Alberto a Biachino da Camino….presentibus viris dominis Ottolino filio qu.Domini Pelegrini de Ceneta…Maynardo filio qu.domini Olivardi de Basilgella…si parla di Basalghelle di Villalonga (1294), nel 1311 nel testamento di Gaia da Camino e Cornarè (1316).
Si possiede un elenco di parroci fin dal 1503, nell’archivio registri fin dal 1624.

Composto di tre località, Baite, Rigole e Cornarè. 
Fino al 1849 i suoi terreni sono del ricco possidente pordenonese Giuseppe Volpini, poi dei Parpinelli e dei Silvestrini, dal 1884 vi soggiorna la ricchissima famiglia di Edoardo Aganoor con le cinque contesse Angelica, Maria, Elena, Virginia e Vittoria la poetessa. Durante la prima guerra mondiale Basalghelle subisce l’invasione austroungarica, circa 7000 soldati e 700 profughi. 
Nella seconda dietro una libreria in Villa Parpinelli vengono salvati due coniugi ebrei, Maria Estella Prister e il rabbino Sacerdoti. Sullo “stradone” che porta a Basalghelle nasce il 28.1.1923 Padre Cosma Spessotto martire in El Salvador il 14.6.1980.


CHIESA PARROCCHIALE  DI  SAN GIORGIO MARTIRE

Costruita all’inizio del secolo su impulso di don Luigi Naibo, terzo edificio dopo quello originario ed il successivo del 1708, fu terminata con l’abside e consacrata il 4 ottobre 1924 da mons.Eugenio Beccegato. Nell’abside, in cielo stellato azzurro e docorazioni, domina la figura di san Giorgio martire che ne è il patrono, dipinto dal pittore genovese Morera.

Pala “Gesù e i bambini” del pittore F.Lieti 1889 recentemente donata da Ettore e Lucia Setten. Antica la vasca del  fonte battesimale e la croce astile (XIV-XV sec.). Organo Guerrini del 1943 recentemente restaurato con più di ottocento canne  e vari registri. Altare maggiore in marmi policromi. Angeli Eucaristici in legno di cirmolo scolpiti da Davide Manzato (2003). Altare per la celebrazione (1982),  leggìo (1999) in marmo, e fonte battesimale secondo le norme del Concilio Vaticano II°. Altari laterali recentemente restaurati con statua del Sacro Cuore marmorizzato con candelieri in ottone a sinistra e della Beata Vergine Maria del Rosario con statua in legno di Ortisei con candelieri in bronzo  donati da Maria Zecchinato e Antonio Pasqualy in memoria della famiglia Aganoor a destra (1924). Significativo l’antico stendardo del patrono san Giorgio con retro eucaristico ed il crocifisso in legno. La navata centrale presenta un alto soffitto a travatura lignea, il pavimento completamente rifatto conserva le antiche pietre nella fascia centrale. L’impianto elettrico e la pittura della chiesa sono recenti. Anche la statua di san Antonio di Padova e i candelieri sono stati di recente restaurati, così pure l’altare ligneo (con tela recente di Jovanin Silvestrin) dei santi Mauro e Macario proveniente dalla Chiesa di san Mauro, intagliato dalla famiglia Ghirlanduzzi nel XVI° secolo, rifatti il putto centrale e gli angeli stesi ai lati del timpano (erano stati rubati con la tela). La mensa è costruita dalla parrocchiale nell’anno 2000. Pregiata pure la Via Crucis in legno dorato della bottega Dalla Vecchia di Santorso di Schio e gli appliques che la illuminano. In sacrestia armadio e mobile a cassetti del XVI° sec. Al piano superiore è stata ricavata una suggestiva cappellina feriale invernale. La facciata della Chiesa è stata portata a termine nel 1948. Il campanile è della Chiesa precedente e conserva l’antica campana mezzana premiata a Roma nel 1860. Attorno alla Chiesa lapidi di Carlo Silvestrini, Domenico Furlan, Pietro Parpinelli e Antonio Campioni (scalino porta a sinistra) dell’antico Cimitero e mura di cinta recentemente restaurata da Alcide Setten.
(vedi anche l'ITINERARIO)


VILLA AGANOOR ora ARRIGONI  E VILLA AGANOOR ora SILVESTRINI  (sempre in piazza Aganoor)

Ricostruita a causa di un incendio, prima a due piani con ampio colonnato ora presenta tre piani e solo due colonne. Assieme all’antica barchessa, al pozzo, al tavolino in pietra e al vecchio parco in riva al fiume Rasego, fu una delle due  ville  dove visse la famiglia Aganoor di nobile origine armena. Qui la poetessa-scrittrice Vittoria Aganoor (1855-1910) compose molte delle sue liriche di Leggenda Eterna (1900), ispirata da questo “suo eremo”. Una lapide all’ingresso della Villa ricorda i personaggi illustri qui ospitati dalla poetessa, tra i quali Giacomo Zanella ed Enrico Nencioni, un’altra, sulla mura di cinta, ricorda il passaggio della “prima poetessa d’Italia” che fu a Basalghelle dal 1884 al 1901. (vedi ITINERARIO)

CIMITERO E CAPPELLA DI SAN GIUSEPPE

E’ il luogo caro a tutta Basalghelle. Qui riposano i nostri defunti. Al centro la cappella dedicata a san Giuseppe. Una pala di autore ignoto, sopra l’altare in pietra, lo rappresenta mentre accompagna le anime del Purgatorio presso Gesù, l’Agnello che riposa sul libro della Vita. Porta e finestre della Cappella in vetro artistico, sono state disegnate da Anna Maria Pasquali artista locale. Sotto il colonnato il ricordo dei defunti delle due guerre mondiali del secolo XX°, sul pavimento  la tomba dei parroci don Giuseppe Coan, don Luigi Naibo e don Felice De Biasi, ai lati un piccolo ricordo di don Alfonso Tomiet e di don Giuseppe Furlan.


CAPITELLO DI RIGOLE CENTRO

Recentemente restaurato rifatta la pittura ed il pavimento, con nuovo cancello e campaniletto, sono stati riportati alla luce gli affreschi dei santi Sebastiano e Rocco resti di un più ampio numero di santi. Al centro statua lignea della Beata Vergine Maria celebrata il 25 del mese di marzo. Forse è del XVI° secolo.


CAPITELLO DI RIGOLE ALTE Antica costruzione restaurata con aggiunta di una bella cancellata. Vi è stata posta di recente un’immagine del Beato Padre Pio da Petrelcina opera del pittore Elio Poloni.


CAPITELLO DI SANTA TERESINA

Racchiude una bella immagine di questa santa patrona delle missioni morta a soli 23 anni nel Carmelo di Lisieux in Francia ora Dottore della Chiesa.


CAPITELLO DELLA REGINA DELLA PACE A CORNARE’

Restaurato come i precedenti, ha una bella immagine della Madonna col Bambino.


CAPITELLO DI S.ANTONIO DELLE BAITE

Del 1943.Recentemente restaurato con immagine di s.Antonio di Padova.


CAPITELLO DI S.ANTONIO PRESSO FAMIGLIA  MONTAGNER

Costruito di recente con statua del Santo e dipinti laterali.


CAPITELLO DEL BEATO MARCO D’AVIANO

Costruito subito dopo la Beatificazione di Padre Marco d’Aviano (27 aprile 2003) nel luglio-settembre 2003, voluto dal parroco don Brunone De Toffol e dai parrocchiani essendo stata miracolata  dal cappuccino avianese una donna della “Cura di san Mansuè”, Cattarina Bresciana colpita alle gambe  da animal bovino e guarita al famoso quaresimale del beato Marco ad Oderzo (1685) che ebbe un afflusso di circa 60.000 fedeli. E’ stato inaugurato dal vescovo di Vittorio Veneto mons.Alfredo Magarotto l’11 settembre 2003 a ben 320 anni dalla Battaglia di Vienna, alla presenza di numerosissima popolazione, presente il Padre Vicepostulatore Padre Venanzio Renier della veneranda età di 94 anni. Il quadro è del pittore di Mansuè Pietro Tellan e rappresenta Padre Marco che ferma l’avanzata Ottomana con la forza della preghiera e della Croce che tiene in mano. Il muro in pietra rappresenta l’islam illuminato dalla Croce di Cristo, il capitello guarda in forma aperta verso Aviano “terra di Padre Marco” e verso l’Europa che è invitata a mantenere vive le sue radici cristiane su cui si innesta tutta la nostra civiltà.


CHIESA DEI  SAN MAURO E MACARIO

Benedettina, dell’XI° sec., costruita sulla via dei Sali. Forse luogo di preghiera e rifugio dei pellegrini.Possiede affreschi restaurati del XV° sec. e datati 1608 (forse di Silvestro Arnosti di Ceneda ?). Dall’alto il Padre, Dio benedice, si intravvedono alcune figure di santi e una Madonna in trono con Bambino. Recenti lavori di restauro l’hanno dotata di  solide fondamenta. Ha campaniletto e campanella, antico altare e acquasantiere in pietra. Bella la travatura in legno del soffitto.