22 SETTEMBRE 1887
Vittoria racconta del suo viaggio in carrozza a Vittorio
Veneto, poi al bosco del Cansiglio, successivamente a Longarone in località
La Punta presso la Villa di Alessandro Malcolm amministratore degli Aganoor
per poi raggiungere Forno di Zoldo e infine il ritorno a Basalghelle: una gita
di giorni, imprevista. Durante la sosta a Longarone, mentre sono a tavola,
tutti avvertono una forte scossa di terremoto. Vittoria accenna a quanto
sarebbe stato bello che il figlio di Andriana, Gino Marcello fosse stato in
compagnia di lei nelle varie corse da una località all’altra.
Basalghelle,22 settembre 1887
Mia cara creatura buona,
non so che cosa avrai pensato di me…La verità è questa,
che sono tornata ieri sera da una gita di giorni, e i giorni erano impegnati
in corse interminabili in carrozza a Vittorio prima, poi al bosco del Cansilio,
poi a Longarone alla villa Malcolm e di là a forno di Zoldo per poi tornare
alla Punta e ripartire la mattina seguente per Vittorio e Basalghelle.
Anche le ore del sonno puoi figurarti quanto fossero
limitate. Di fatto certe levatacce che me le ricorderò un pezzo. Per
coronare ogni cosa anche il terremoto volle essere della partita e l’altrieri
mentre stavamo desinando (appunto dal Malcolm a Longarone) volle sussultare in
tutti noi un fremito di terrore. Il vero è che fu brevissimo ma gagliardo e
penso non fosse che l’eco, per modo di dire, di qualche altro crollo più
lontano e più lungo. Basta. Quello che è fuori d’ogni dubbio è che
Gino è stato nominato, desiderato, evocato, cento volte, e da tutti.
Oh, se fosse qui Gino! Oh se Gino fosse venuto! Oh che peccato che Gino non
abbia potuto venire! Queste e molte altre le esclamazioni nostre. Ma la causa
della sua assenza, così bella e onorevole era lì a farci star cheti e
contenti. Ora penso che la pace e il buon umore, avrà presto trionfalmente
dimora fra noi, come fuggirono quelle ore deliziose che fu costì! e non ti ho
detto niente e non ho potuto nemmeno vederti partendo, e poi non t’ho
scritto! Ma tu la sai non è vero tutta la mia forte riconoscenza? Tu sei sicura
del mio affetto vivo e grande, mi lega nell’anima anche se non ti parlo e
non ti scrivo. Anche alla Tea dì che mi perdoni per carità ma che in questi
giorni non ho fatto che correre. Strette di mano a tutti i tuoi carissimi
buoni figlioli, a te un bacione dalla
tua Vittoria
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