Mia adorabile Andriana.
Mi pare di starti vicina, di vederti proprio davvero in
quel tuo salotto di Sambughè, circondata di simpatia viva, di affetto
intenso. Molti tuoi figlioli mancano quest’anno alla tua festa, ma ciascuno
di loro è con te col pensiero e i forti propositi di tener alto il tuo nome
sul mare o sulle terre d’Africa, nell’agone dell’arte o nel tempio della
scienza. Festa più bella non può essere di questo grande accordo di nobili
cuori, di forti intelligenze, di caratteri alteri e tu, certo un po’ mesta
per la loro assenza, non potrai (fare) a meno di sentirti ad un tempo paga e
orgogliosa del loro operare. Io grido evviva a te e a loro, io godo con
te io mi sento con te fiera, io ti voglio un mondo di bene e un mondo di bene
ti auguro con vera furia di tenerezza.
Sta allegra, goditi queste belle giornate di sole; pensa
che qualcuno di ben alto, di ben forte e pietoso veglia su tutti i
nostri cari, e li conforta nell’ora della stanchezza e li sorregge nell’ora
del dolore.
Addio cara e buona e leale amica. Io sono sicura che mi
sentirai con te oggi più che mai e fra tante parole d’affetto e fra tante
manifestazioni d’amicizia sicura, la mia parola non andrà perduta e non
cadrà inascoltata fra le frasi d’occasione. Baciami ti prego la
Teodora carissima e lasciati baciare a tua volta con amore di sorella dalla
tua Vittoria
La mamma unisce ai nostri i suoi più amichevoli e schietti
auguri.