20 MARZO 1890
La mamma di Vittoria, contessa Giuseppina Pacini è a letto
con la febbre in una settimana di continue pioggie. La primavera tarda a
venire anche se qualche squarcio di azzurro si apre nel cielo di Basalghelle.
La poetessa desidera continuare con l’amica Andriana l’affettuosa
corrispondenza di sempre sperando che essa non dimentichi le "povere
romite", cioè le sue amiche contesse che vivono nell’"eremo"
Aganoor di Basalghelle, così infatti Vittoria chiamava la Villa col suo
vecchio parco.
Basalghelle,20 marzo 1890
Andriana cara
Grazie di tutto cuore per il tuo ricordo e l’augurio
affettuoso di cui la mamma ti ringrazia vivamente. Non ti scrive ella stessa
perché da ieri è a letto con un po’ di febbre reumatica causata da questa
ostinata pioggia che da una settimana ci fa vivere in una atmosfera d’acqua.
Ora pare che la primavera, già apparsa nei giorni scorsi sotto forma d’azzurro
e recante tepori deliziosi si sia pentita della sua apparizione e se ne sia
tornata alla sua lontana patria; fuggita da questa nostra terra così ancora
invernale. Basta speriamo che torni. Intanto io so che tu stai bene e ne godo
come di benessere mio, solo vorrei che qualchevolta tu mi mandassi, non dico,
una lettera, ma un salutino di due righette che mi dicesse ti voglio sempre
bene e mi rammento di te. Addio carissima, sta sana e serena e non ti
scordare di queste povere romite. Tutti si rammentano a te con vivo affetto.
Io ti bacio con tenerezza Vittoria tua.
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