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12 OTTOBRE 1890

Vittoria ringrazia l’amica Andriana perché ha fatto leggere alcune sue poesie al grande poeta Giosuè Carducci che li ha apprezzati nonostante l’autore fosse una donna. Con tutta probabilità la contessa Marcello aveva partecipato ad un salotto romano di famosi poeti italiani e qui aveva pure incontrato la Regina. Sarà proprio il Carducci ad inviare a Vittoria Aganoor e Guido Pompilj per il giorno del loro matrimonio, un simpatico ed amichevole sonetto.


Basalghelle,12 ottobre 1890

Adorabile amica

Come sei sempre la stessa buona memore creatura! Grazie di quello che mi dici; il tuo grande affetto ti deve aver fatto udire parole che il Carducci non direbbe riguardo ai miei versi, lui, il feroce detestatore delle donne verseggiatrici, a meno che non si chiamino Annie Vivanti.

Ma io ti ringrazio ad ogni modo con tutto il cuore. Non avrei certamente mai osato far leggere io, versi miei al Carducci; pensavo ch’egli, così terribilmente grande e forte dovesse avere per i piccini parole di così annichilente compatimento! Se così non è tanto meglio; ne ringrazio la sorte e te. Ti scrivo in fratta anch’io per ringraziarti subito del bene che sempre mi vuoi.

Tutti ti mandano saluti affettuosissimi io ti bacio con grande affetto, e se l’etichetta consente, ti prego di baciare per me con devozione profonda e gratitudine viva la mano alla nostra graziosa sovrana. Vittoria tua

Scordavo la Meloria. Certo che il Carducci non me ne chiede per sapere ma come giusto appunto per avere forse dato troppa importanza a una delle tante vittorie veneziane.

Pure, quell’aver battuto la flotta imperiale al Capo Meloria a grande scorno del Barbarossa, mi parve degno di menzione, tanto più che quel trionfo fu poi di molto peso nella pace di Venezia, la quale iniziò quella di costanza. Addio ancora.