Fabrizio de Andrè
(1940-1999) cantautore genovese, è stato una figura singolare e anomala
nel panorama della canzone italiana.
Di solida cultura letteraria, ha composto canzoni con marcata valenza
sociale ed esistenziale, dichiarando la sua vicinanza e solidarietà con
I'emarginazione e la povertà umane contro ogni forma di potere
prevaricante e snaturante.
Impegno intellettuale e sensibilità spirituale lo hanno portato a
comporre "La buona novella" (1970) derivata dai vangeli apocrifi;
interessato a Cristo ma estraneo al cattolicesimo, De Andrè ha
reinterpretato la storia di Maria, fino all'annunciazione, poi la
drammatica passione del Figlio. II soggetto è singolare ma non
eccentrico alla produzione di De Andrè, che aveva già trattato in altre
canzoni il rapporto Uomo-Dio e la carismatica figura di Gesù: il
cantautore ha invocato e sempre cercato una divinità vicina all’uomo,
dispensatrice di misericordia e perdono, solidale con i più deboli,
comprensiva ma estranea alle leggi e alla morale ecclesiastica; è stato
un "dialogo" problematico e talvolta conflittuale, ma assolutamente
sincero, profondo e, soprattutto, cercato, vissuto.
L'incontro "FABRIZIO DE ANDRE', La buona novella" ha in programma
nella prima parte I'analisi della spiritualità di De Andrè
attraverso l'ascolto e il comment di alcune riflessioni e
canzoni dell'artista tra cui Preghiera di Gennaio e Si chiamava
Gesù.
Nella seconda
parte I'indagine testuale e musicale si volge invece all'album "La
buona novella" con le immagini del concerto registrato a Roma nel
1998: l'intento è riconsiderare un approccio evangelico forse
anomalo, al limite dell'ortodossia, ma capace di cogliere in quei
personaggi una dimensione poetica ed etica, di esprimere con quei
fatti una spiritualità sublime e, soprattutto, profondamente umana,
sacra.