Quanti hanno conosciuto P. Cosma così lo ricordano: «...Quel suo corpo quasi diafano, trasparente come la sua bell'anima, come il suo sorriso incoraggiante». Piuttosto alto, asciutto, viso sempre sereno, aperto, contento. «Sempre animato da bontà e candore».
La consuetudine continua alla preghiera, gli atteggiamenti costanti della mitezza; la sollecitudine, vigile, attenta per ogni intervento di carità cristiana, di fraternità ovunque, l'avevano reso amabile, simpatico a quanti potevano avere l'occasione di trattare con lui.
Noi, suoi compagni di studio nel seminario di Motta di Livenza, presso il santuario Madonna dei Miracoli, vogliamo aggiungere qualcosa di più, qualche particolare che sarebbe rimasto sepolto nel nostro cuore, come tanti altri cari ricordi della nostra giovinezza, se l'occasione del suo martirio per la fede, non ci obbligasse a metterlo in luce, a «pubblicarlo sui tetti» come dice il Signore Gesù. Consideriamo queste piccole, brevi notizie, come un atto di doverosa fraternità, come un gesto di riconoscenza per la giovanile amicizia; un accordo armonico di lode alla bontà del Signore che così lo volle glorificare.
Proprio così lo rivediamo, con la nostra memoria, negli anni dello studio, nella piccola cappella del seminario, alla sera, dopo le preghiere comuni, portarsi lentamente al primo banco, di fronte e accanto al tabernacolo, inginocchiarsi e indugiare a lungo immobile, fissando l'Eucaristia!
Ogni giovedì, terminata la cena conventuale, dopo la breve regolamentare ricreazione, per fra Cosma c'era immancabilmente l'ORA SANTA del GETSEMANI. Un'ora di preghiera, di meditazione, per ricordare l'Agonia del Signore, nell'Orto degli Olivi. (Per la verità, la Pia Pratica era entrata in uso presso molte Comunità religiose e adottata da parecchie parrocchie, negli anni passati).
Il culto dell'Eucaristia è l'anima della spiritualità francescana.
San Francesco d'Assisi, ogni volta che entrava in una chiesa diceva: «Noi Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, qui Presente, come in tutte h chiese del mondo, e Ti benediciamo perché con la tua santa Croce riscattasti il mondo»

«Le genuflessioni di P. Cosma erano quelle di una suora novizia», scriveva un religioso.