“Le notifico una buona azione mediatrice presso il Signore (forse un miracolo) compiuta dal nostro amatissimo confratello P. Cosma Spessotto, a favore di un povero infermo, di nome Gino de Pieri.
La sposa Pia de Pieri mi racconta quanto segue.
Il marito (che abita a Casier) un anno fa subì un'operazione molto delicata e pericolosa. La superò, con terapie speciali e particolari, inerenti al caso. Si trattava di un tumore. Eravamo ai primi di maggio del 1982.
Quest'anno fu costretto a ricoverarsi. Diagnosi: una recrudescenza del male; prognosi: un probabile secondo intervento.
Un paio di settimane prima dell'operazione la signora venne ad espormi il caso doloroso. Dopo una preghiera in comune e alcune parole di conforto, la consigliai di rivolgersi al martire P. Cosma. Volle conoscerne i particolari della vita. Le diedi due immagini e la preghiera per la novena, con il libretto "testimonianze di sangue", il volumetto che ne illustra la vita ed il martirio. Le parlai del "museo missionario" di Motta di Livenza, dove si conservano il messalino ed altri oggetti bagnati dal sangue del martire. Si recò a quel santuario. Con una fede da commuovere pregò e fece pregare parenti, amici e conoscenti, sicura d'ottenere il miracolo dal P. Cosma.
E il miracolo o la grazia vennero proprio il 7 maggio di quest'anno. I medici che s'erano accinti per l'operazione, con stupore non riscontrarono più alcuna traccia del terribile morbo. Un emerito sanitario, non molto praticante, rivolto al Primario, professor...., e al di lui vice, uscì in questa espressione molto significativa: "Non capisco come mai i nostri esami siano risultati nulli. Qui dev'essere intervenuta qualche forza misteriosa che non siamo riusciti a intuire".
Presto si sparse la voce del probabile miracolo del "frate martire", dal momento che la scienza medica non poté dare altra spiegazione e si trovò preceduta da un misterioso terapeuta”.
(P.S., 6 giugno 1983).
(Per ragioni di riservatezza e di umana prudenza si tacciono i nomi dei sanitari, ma la lettera firmata dal sacerdote che raccolse le date e i particolari, si conserva nell'archivio del convento di Motta di Livenza - Treviso).