Oggi più che mai la luce del saio francescano illumina le due nazioni del Guatemala e del Salvador che sono all'alba di una nuova vita, d'un nuovo cammino cristiano e democratico.
I nostri confratelli veneti stanno offrendo laggiù una testimonianza apostolica degna dei più alti encomi, come ai tempi dei confessori della Fede, dei Martiri, dei periodi più difficili della Chiesa.
San Paolo scriveva ai suoi fedeli conquistati al Vangelo, d'essere disposto a dare per loro non solo l'anima, ma anche il suo corpo, per far loro comprendere come gli erano carissimi, e quanto egli li amasse in Cristo nostro Signore.
Due missionari dell'El Salvador hanno già dato la loro vita, altri continuano a offrire...: "persecuzioni, tribolazioni, battaglie all'esterno, timori all'interno. Spesso in pericolo di morte" (2 Cor).
Le parole del fratello maggiore P. Cosma: "Spero di aiutarli anche dal Paradiso, come li ho sempre aiutati sulla terra", sono il programma, la forza, la vocazione di tutti i nostri confratelli missionari di quelle terre. Tutti infatti hanno scelto di rimanere e di vivere accanto ai loro fedeli tra mille difficoltà, non ignorando, non sottovalutando i pericoli quotidiani, a tutte le ore del giorno, da parte dei guerriglieri di destra e di sinistra, invasati da tristi disegni sanguinari.
Essi vogliono come l'apostolo Paolo: pregare e lavorare, trepidare e soffrire, vivere e morire con le loro pecorelle, perché l'amore che un giorno li ha portati a scegliere Dio, è lo stesso che ora sentono di dover donare ai fratelli di quelle regioni che li ospitano.
L'abito che portano inzuppato del sangue di P. Cosma, ha infuso in loro un nuovo vigore nell'esercizio di quelle serene virtù evangeliche che si chiamano: "semplicità e prudenza", per continuare a vivere in mezzo ai "lupi". Così ha detto e raccontato il Signore Gesù nel Vangelo.
A conforto e come segno della più fraterna solidarietà per questi nostri confratelli "carissimi" noi ripetiamo loro ancora le parole dell'apostolo:
"Siete diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini" (1 Cor 4,9).