Sulla scena del mondo è di turno, in questi anni, la Repubblica del Salvador.
La domenica 2 marzo 1982 il papa Giovanni Paolo II ricordava, confortava, benediceva il lavoro, i missionari, il clero, i fedeli di quella gloriosa nazione, richiamandola all'attenzione di tutto il mondo, nell'incontro domenicale dell'Angelus Domini.
Il primate del Salvador monsignor Arturo Rivera y Damas, con infinita tristezza esclamava:
"Abbiamo il cuore che ci scoppia dall'amarezza: ideologie di destra e di sinistra si contendono il potere nel nostro paese!... Noi desideriamo, noi vogliamo solo la pace!".
In questi mesi appena trascorsi — settembre, ottobre, novembre 1984 —, una lodevolissima iniziativa ha portato ad uno stesso tavolo di trattative gli esponenti di tutte le parti sociali in lotta, per esaminare l'opportunità, l'urgenza, la necessità d'una rappacificazione generale, con ampie amnistie, per porre le basi della riconciliazione nazionale: per gettare le fondamenta, finalmente e definitivamente, della più completa e sincera normalizzazione della situazione politica, sociale, religiosa. La Fede che trasporta le montagne, il sereno fior della Speranza, l'ardente Carità che infiamma il mondo, le tre virtù teologali che profumarono l'olocausto di P. Cosma, offertosi vittima al Signore per la pace del Salvador, ottengano la realizzazione indilazionabile di queste nobili, inalienabili aspirazioni del cuore di quelle genti, come,., lo sono per tutti i popoli della Terra!