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INSIEME PER SEMPRE

La loro storia era cominciata lontano nel tempo. Uno di fronte all'altro, divisi da un gorgogliante ruscelletto, lassù nel bosco di montagna.

Lei, Chiometta, vezzosa, sfoggiava, in primavera, i suoi bei grappoli di fiori bianchi e profumati; lui, Frondoso, cercava di accarezzarla allungando il più possibile i suoi rami, aiutato dal vento.

Succedeva qualche volta che, con lo sforzo di entrambi e il valido aiuto del vento, riuscissero a sfiorarsi per qualche breve istante.

Come avrebbero voluto che quei momenti speciali si prolungassero nel tempo!

Andando verso l'inverno, si ritrovavano piano, piano, ambedue spogli, con i rami protesi verso il ciclo sempre più grigio, per catturare una briciola di calore che il sole, ormai stanco, stentava a donare. Bufere di vento e di neve li sferzavano senza riuscire a gelare l'affetto che li legava. Uno di fronte all'altro, continuavano a sostenersi a vicenda, fino al sopraggiungere di ogni nuova primavera.

Così per anni e anni, aggiungendo cerchietti su cerchietti intorno al loro cuore innamorato. Un compleanno dietro l'altro, un numero infinito di cerchietti per entrambi.

Un ponticello non lontano univa le sponde del ruscello. Spesso ragazzi e bambini, attraversandolo, si riunivano or da una parte, or dall'altra e potevano giocare insieme, passeggiare vicini, intrecciare le loro prime tenere storie d'amore, all'ombra complice delle chiome dei due alberi. Come li invidiavano Chiometta e Frondoso.

A essi era negato quel piacere. Grosse radici, affondate nel terreno, li tenevano ben saldi uno da una parte e uno dall'altra di quell'acqua trasparente e chiacchierina che conosceva il loro segreto. Per consolarli, essa, li rinfrescava spruzzando sulla corteccia di ciascuno migliaia di goccioline che il sole impreziosiva riempiendole di riflessi colorati.

Un giorno arrivò un uomo in divisa che guardò attentamente ciascun albero del bosco e ne scelse alcuni segnandoli con un cartellino. Fra quegli alberi c'era anche Frondoso. Le piante segnate sarebbero state tagliate la mattina successiva.

Un dolore acuto avvolse i due innamorati; il destino aveva deciso di separarli per sempre. Il vento portò per tutto il bosco il loro pianto. L'acqua chiacchierina perse la sua allegria tanto da stupire il folletto del bosco che si era chinato su di lei per bere. "Che cosa è successo per renderti così triste?", chiese il folletto all'acqua. "Non hai saputo la notizia? Domani taglieranno le piante segnate dal cartellino e separeranno così Chiometta da Frondoso." "Non è possibile" esclamò il folletto, sottolineando quelle parole con una delle sue piroette più difficili, per farsi venire subito un'idea che rischiarasse la cupa atmosfera che era piombata sul bosco intero. Con la rapidità del baleno, strappò il cartellino all'albero che era stato scelto vicino a Chiometta e lo attaccò di nascosto sul tronco di lei. Poche ore pù tardi, spogliati dalle foglie e con il cuore che sanguinava, lasciando intravvedere tutti i cerchietti a testimonianza degli anni nei quali il loro amore si era consolidato, si ritrovarono stesi sull'erba, doloranti, ma finalmente vicini.

Insieme furono caricati sul camion, insieme passarono attraverso le macchine della segheria per i vari trattamenti che li avrebbero resi forti e resistenti al tempo e alle intemperie. Finirono poi, sempre uniti, riparati dall'infierire dei mutamenti atmosferici da un originale cappelline di pece, stretti da una grossa catena, di fronte a un antico palazzo, ben piantati sul fondo della laguna nella città che non ha eguali nel mondo.

Subito un gondoliere li avvolse con una grossa corda per ormeggiare la sua gondola elegante con i cuscini di velluto rosso.

Chiometta e Frondoso erano stati trasformati in una coppia di "Bricole" robuste. Baciati dal sole, sferzati dalle intemperie, ma sempre più uniti nel sostenersi l'un l'altra.

Nulla avrebbe potuto più spaventarli, il loro sogno era divenuto realtà. Nessuno li avrebbe divisi mai più.

Ora a distanza di anni, resi un po' grigi dallo scorrere impietoso del tempo, ascoltano il vento che si infila fra le crepe che li solcano e, sussurrando con dolcezza, porta ai due saluti e notizie dal bosco lontano. Essi sempre più stretti quasi a formare un'unica cosa, continuano a godere della carezza dell'acqua che non cessa di spruzzare su di loro le sue goccioline luccicanti; ad ammirare il volo leggero dei gabbiani che spesso sostano molto vicini e si lasciano cullare dalle onde per riposare le ali stanche; si ergono come sentinelle scure sullo sfondo di luce rosso-dorata dei tramonti estivi o, avvolti dall'umida carezza della nebbia, nel silenzio delle notti invernali, vegliano, ricordando insieme le tappe della loro tenera storia.

(Primo classificato al concorso internazionale "Sorrentinum" Sorrentini (Me), maggio 1997)

 
   
 

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