Mansuè viva 

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Don  Giuseppe Miotti

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Brevi note sulla vita e sull'operato di don Giuseppe Miotti

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Scriveva e annotava tutto in forma ordinata, con calligrafia nitida, ben leggibile; Preparava le sue prediche con minuziosità, ricercando apporti dall'attualità, da riviste a cui era abbonato, da audio e video cassette (don Primo Mazzolari veniva spesso nominato, così come il curato d’Ars); conservava la traccia di tutte le prediche su quaderni scritti in modo fitto fitto.

Persona paziente, sapeva aspettare e confidare nel destino, nella provvidenza sia per se stesso che per la sua parrocchia.

Dopo un serio intervento intestinale si è trovato spesso con il singhiozzo per 24 ore al giorno e per lunghi periodi, una croce che ha portato e sopportato senza mai lamentarsi, per tutto il resto della vita.

Nei primi anni di apostolato a Mansuè, si concesse breve vacanze estive a Caorle, presso la colonia Bruno e Paola  Mari, e qualche volta preferiva la  montagna sempre nella colonia di Nebbiù, in Cadore; non disdegnava organizzare per i parrocchiani, i chierichetti, qualche gita pellegrinaggio che preparava con meticolosa precisione.

Interesse primario era  la cura, l'attenzione che attribuiva alla chiesa, alla preziosità che riconosceva in tutto quello che la ornava e che nel tempo volle mantenere ed adeguare.

Con piacere ed orgoglio aveva accettato l'affresco di San Mansueto che la pittrice Gina Roma gentilmente si era offerta di dipingere così come ha adornato con la Via Crucis le pareti della sua chiesa;

Anche per le celebrazioni ha sempre cercato di apportare qualche rinnovamento pur restando nel solco della tradizione;  processioni, celebrazioni  solenni dei periodi natalizi e pasquali; le feste del patrono e della madonna, il ricordo dei morti erano momenti che lo hanno sempre trovato pronto fino a quando ne ha avuto la forza.


Impostazione grafica&realizzazione: Silvano Rubert