«Eravamo, sì, poveri ma non come san Francesco a Rivotorto». «Si raccoglieva il beato Francesco con gli altri in un luogo presso Assisi, chiamato Rivotorto. C'era là un tugurio abbandonato, nel quale vivevano quei valori dispregiatori delle grandi e belle case... poiché, a dire del santo, più presto si sale al cielo da un tugurio che da un palazzo... Il luogo era così angusto, che vi si poteva a mala pena stare seduti o a giacere... Scriveva perciò il nome dei frati sui travicelli del tugurio, affinché ognuno volendo pregare o dormire, potesse riconoscere il suo posto» (Celano).
«La nostra famiglia era molto numerosa — raccontava P. Cosma — e benché la nostra casa, gettata dalla Provvidenza nell'aperta campagna, sembrasse grande, ci stavamo dentro quasi a stento, occupata com'era dai granai, dai fienili e da qualche immancabile ripostiglio. Ma vi regnava la pace, l'armonia, la tranquillità, e la vita familiare era la più serena del mondo. Si parlava tutti forte e le voci si sperdevano nell'aria. Mamma era solita dire che: «Chi parla forte non ha malizia». Papà incalzava: «La vera disgrazia a questo mondo non è l'essere poveri, ma fare il male»; sacrosante parole non sue certamente, ma un nobile avanzo delle prediche del parroco. A proposito del quale devo dire che quando passava per la benedizione delle case, o per farci una visitina, noi gli correvamo tutti incontro senza avvicinarci troppo. — Confidenza sì, ma rispetto e riverenza — diceva la mamma.
A tavola, poi, c'era un posto... per il frate della Madonna dei Miracoli di Motta, quando passava per la questua del grano, della legna... Allora noi bambini, tutti attorno, per chiedergli e ricevere un «santino», un'immaginetta della Madonna, dei Santi, che i frati cercatori portavano sempre con sé. Un giorno, vedendo come il religioso stesse tirando fuori da una specie di portafoglio, le famose immaginette, a mia sorella scappò fuori: «Padre, son tutti questi i vostri soldi?».
Anche queste tipiche figure di cercatori, migliori ancora del classico fr. Galdino delle noci, di manzoniana memoria, sono scomparse dalle nostre aie, con dispiacere di molti, se non di tutti i coltivatori diretti.

Da questa casa, anche se non un vero tugurio, salì al cielo un Martire, spiccarono il volo per il convento due sue sorelle, raggiunsero il Paradiso le anime, eccezionalmente buone, dei loro genitori.