Padre Cosma Spessotto non era un tipo d'alte speculazioni, ma un ingegno pratico, d'intuizioni immediate: un "trappolista", si dice nel Veneto, nel senso più positivo della parola. Riusciva a spuntarla sempre nelle sue introspezioni, nelle sue piccole scoperte...; in quelle emergenze d'ogni giorno che riguardano la luce, l'acqua ed altre tempestività e necessità della vita quotidiana. Aveva il bernoccolo della meccanica spicciola che si occupa di motori e motorini e conseguentemente delle piccole "invenzioni" — tra virgolette — legate alla cinetica e alla dinamica delle forze motrici, qualunque esse siano. Tutti lo dicono, tutti sono concordi nell'afTermarlo, ma, purtroppo, non siamo riusciti a raccogliere dei particolari, degli aneddoti che ne testifichino la veridicità, se non qualche eco, di riflesso, e per vie parallele.
Si sa che P. Cosma aveva una dentatura non proprio da divo dello schermo: anteriormente dal lato superiore, sporgevano lievemente in fuori due-tre incisivi. Lui diceva, scherzando c puntando il dito sui denti: "Questi 'dirittoni' qui, sono tutto il mio fascino". Non era uno scherzo..., senza scherzi! Era davvero, simpatico, così!
Nel parlare comune, per indicare un alto prezzo, si è soliti dire: "Mi costa un occhio della testa".
Un giorno P. Cosma, chiacchierando così alla buona con un confratello gli disse:
"Vedo che ti sei messi i denti nuovi. Hai fatto bene. Così stai molto meglio di prima".
"Beh, questo è vero. Questi incisivi mi erano divenuti proprio indispensabili, prima di tutto per parlare senza... disagio; e poi, soprattutto, per predicare decentemente, senza... annaffiare il prossimo!".
"E cos'hai speso" — chiese P. Cosma.
«Cos'ho speso?!... Questa piccola protesi di soli tre denti mi costa un occhio della testa!".
Per Natale in San Salvador, e in tutti i paesi del mondo, si usa fare il presepio. In quei giorni P. Cosma metteva in azione tutto il suo genio, tutta la sua praticaccia e riusciva a combinare giochi di luce meravigliosi, riusciva a far apparire su di un cielo stellato aurore e tramonti, alternati a pieni meriggi, da entusiasmare la sua gente, da creare la delizia dei bambini!...
Al confratello ch'era venuto ad ammirare il suo presepe disse:
"Vedi, tu, tutte queste meraviglie?".
"Sì, vedo...".
"Non c'è nulla di straordinario. Sono semplici congegni d'acqua, carboncini e specchi, legati alla corrente elettrica".
"E quanto ti sono costati!" — chiese l'interlocutore.
Allora P. Cosma, ricordando la dentiera di lui rispose sorridendo:
"Mi costano un dente della bocca".
E scoppiarono in una bella risatina! Poi riprese:
"Beh, senti!, se vai nei negozi, ti costano davvero un mezzo capitale, ma io mi ingegno da solo".
Poi abbassando la voce tra lo scherzoso e il serio, continuò:
"Ti dico una cosa, ti dico la verità. Tu hai fatto bene ad aggiustarti i denti: per carità, non voglio giudicare nessuno, né far commenti di sor^a, ma se caso mai, in passato, mi fosse passata per la mente - l'idea di correggere questi miei denti qui, da quando ho sentito quello che tu hai speso, m'è passata la voglia per sempre. Sai cosa diceva il nostro vecchio professore di filosofia?... 'Piuttosto corro finché li perdo'. Può darsi che anche a lui sia accaduta qualche sgradevole sorpresa con mammona d'iniquità, girando il mondo! Io vorrei aggiungere alle sue parole, solo questo: 'Sperando che li potesse trovare, i miei soldini, qualche povera vedova'".

Così come tutti i salmi terminano in 'gloria', tutti gl'interventi del P. Cosma terminavano con un pensiero d'altruismo...; meglio, con un sentimento di carità cristiana.