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Renzo Marcon pittore

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Roberto Costella
La critica
Paolo Rizzi
Roberto Costella
Nato nel 1954, vive ed opera a Mansuè. 
Ha maturato irrevocabili interessi artistici e prodotto con continuità dai primi anni settanta. 
Autodidatta, Marcon rifiuta il concetto di settorialità e la prassi di specializzazione dei linguaggi, operando una sistematica sperimentazione tecnica (e contemporaneamente tematica ed espressiva) nell'ambito del grafico, del pittorico, del plastico. E1 un disegno, sempre acutamente indagatore e sicuro nel perseguire l'armonia delle forme, a costituirsi momento primo e unificante i diversi campi di ricerca; un disegno che potrebbe definirsi classico nel senso più alto e moderno del termine.
Vastissima la sua produzione, preferenzialmente orientata su serie tematiche; con tecniche grafiche (sanguigna, acquaforte) realizza l'Odissea (1983/'84) e lo Zodiaco (1988); con tecniche pittoriche (olio, china) il ciclo ancora aperto che unifica Paesaggi umani (dal 1980), Alberi (1986), Nubi (1990).
Questi ultimi Soggetti, inediti e protagonisti della mostra, presentano figure umane in pose solenni e proporzioni monumentali, strutturate come paesaggi nell'identità e osmosi uomo-natura. L'antropomorfismo che caratterizza questa pittura si fonda e legittima sia su temi e valori di culture primitive (la terra dea-madre, Geo), bibliche (l'attesa dell'atto divino della creazione di Adamo ed Èva), dati etimologici (la derivazione uomo-humus), sia su precedenti artìstici (vedi la rielaborazione della metamorfosi berniniana di Apollo e Dafne). L'evoluzione pittorica esprime successivamente una presenza più occulta o evocativa dell'umano: nasce la serie degli Alberi dove il segno diventa colore, animato in percorsi sempre più liberi ed autonomi dalla forma. Sfiora l'astrattismo in dimensione cosmica l'abbozzata serie delle Nubi con colori ora squillanti e altissimi di tono, ora sordi e bassi, che si perdono in turbini senza fine, ma che arrivano a mantenere il difficile connubio forza-armonia.

Roberto COstella

 

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