Dopo la distruzione delle Twin towers, un altro fatto
ha colpito il mondo e soprattutto l’America: si tratta del diffondersi
dei casi di antrace o carbonchio, prodotti da un bacillo che è presente
in natura, ma che può essere anche prodotto in laboratorio ed utilizzato
per la guerra batteriologica. I casi di contagio si sono verificati in
seguito al contatto con spore di antrace diffuse da terroristi, forse
islamici e forse no(la polizia sta indagando in tutte le direzioni)
attraverso la corrispondenza e hanno colpito dipendenti delle Poste
americane, impiegati e giornalisti. Lettere “all’antrace” sono
giunte perfino all’interno dell’edificio del Congresso, il Parlamento
Americano, che ha sospeso le proprie attività per breve tempo e che ha
dovuto essere evacuato per la decontaminazione. L’atto terroristico ha
così assunto un forte rilievo simbolico, andando a colpire lo stato
proprio al “cuore”, sottolineando nuovamente, nel giro di pochi
giorni, il fatto che non esiste un luogo assolutamente sicuro ed
irraggiungibile per terroristi ben organizzati.
L’antrace (Bacillus antharacis), o carbonchio,
è un bacillo che produce spore resistenti anche per anni nell’ambiente
esterno.
Il bacillo della malattia deve il nome di “carbonchio”
al colorito scuro delle macchie cutanee che provoca in chi è colpito.
In natura l’antrace colpisce gli animali erbivori
come mucche, pecore, capre, maiali e cavalli che si infettano ingerendo le
spore di carbonchio presenti nel terreno o nell’erba dei pascoli. L’uomo
si contagia toccando la pelle o la pelliccia di questi animali infetti. Un
tempo era chiamata la malattia dei conciatori perché colpiva soprattutto
i tosatori di pecore e coloro che lavoravano le pelli di animali infetti.
Le spore, che si formano dallo stesso bacillo, sono strutture biologiche
molto stabili e resistenti al calore, sopravvivono anche se calpestate e
sono capaci di conservarsi a lungo nel terreno o nell’acqua e resistono
anche alle radiazioni solari.
Il carbonchio può dar luogo a tre manifestazioni
patologiche: polmonare, cutanea e gastrointestinale. La forma polmonare è
la più pericolosa e si contrae inalando le spore; nella forma cutanea il
contagio avviene per contatto con la pelle e quella gastrointestinale si
verifica ingerendo carne infetta.
Dopo il contagio, le spore penetrate si trasformano in
batteri che, moltiplicandosi, producono tossine che uccidono i macrofagi,
cioè le cellule che dovrebbero sconfiggere i batteri.
Più volte ormai nel corso degli anni si sono
verificati casi di carbonchio:
- 1642: epidemia di carbonchio a Matera;
- Dal 1900 al 1978: negli USA si sono verificati 18
casi di carbonchio polmonare;
- 1917: guerra biologica della Germania per infettare
con l’antrace bestiame destinato alle truppe Inglesi;
- 1942: nell’isola di Gruinard in Scozia il governo
Inglese sperimenta la resistenza delle spore all’esplosione e agli
agenti atmosferici.
Una
soluzione di formaldeide, diffusa sull’isola, ha neutralizzato le spore
40 anni dopo.
- 1944: negli USA si hanno 224 casi di antrace cutanea;
- 1979-1985: si registrano nello Zimbawe 6000 casi
sempre sotto forma cutanea;
- 1987: in Paraguay si verificano 25 casi di antrace
cutanea;
-1997: in Ghana ci sono stati 26 morti per consumo di
carne infetta;
- 1998: in Russia si registrano 2 casi di morte per
carbonchio gastrointestinale;
- 2000: in Etiopia focolai di carbonchio;
-2001: negli USA 4 casi su 14 persone esposte, un
morto.
In questi ultimi giorni non si sono verificati nuovi
casi di persone colpite da carbonchio e dell’antrace, nei TG, non si
parla più, forse anche per non alimentare la paura. È probabile però
che non sia tutto finito. Resta solo da dire che ancora una volta, l’uomo
ha trovato e messo in atto un metodo scientifico per annientare se stesso.
Francesca (2G)