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Anno 2001
Anno 2002

Pubblicazione realizzata dalla Scuola Media Statale “I. Nievo” di Mansuè, Dicembre 2001

 

Giovedì 6 Dicembre scorso siamo andati a visitare l’ex Besta, ovvero l’ I.S.I.P. e l’ I.P.S.I.A. di Oderzo, per il nostro orientamento alla scelta della scuola superiore. Innanzitutto abbiamo visitato l’ex Besta. La scuola, dal punto di vista estetico, è abbastanza bella ed attraente. Una volta giunti all’interno dell’edificio, un insegnante ci ha condotti in diverse aule, tra cui l’aula-computers, l’aula di disegno ed altre che dovranno essere ristrutturate. Nell’aula di informatica alcuni ragazzi ci hanno mostrato i programmi da loro realizzati al computer. Le materie prevalenti in questa scuola sono due lingue straniere, l’informatica ed il disegno tecnico. I ragazzi vengono preparati a lavorare nel mondo del commercio, del turismo e della grafica, perciò particolare importanza viene data alle materie tecniche, alla conoscenza delle lingue, all’informatica e al disegno tecnico, a seconda dell’indirizzo scelto.

Successivamente siamo andati a visitare l’I.P.S.I.A., che si trova abbastanza vicino al Besta. Esteticamente l’edificio è brutto, però uno studente ci ha spiegato che dovrà essere ristrutturato al più presto. Egli ci ha accompagnati anche in aula-computers e ci ha mostrato il funzionamento del programma AUTOCAD. Successivamente abbiamo visitato un’aula attrezzata per il lavoro industriale, dove ci sono stati mostrati dei torni manuali e delle saldatrici. Alcuni studenti ci hanno fatto assistere ad alcune esercitazioni pratiche, mostrandoci anche l’uso di un tornio computerizzato. L’I.P.S.I.A. prepara i ragazzi a lavorare nel mondo dell’industria e dell’artigianato, dando quindi molto spazio alle materie tecniche e pratico-operative. Chi decide di frequentare questo tipo di scuola dovrà perciò avere attitudine per queste discipline.

Entrambe le scuole che abbiamo visitato prevedono una frequenza triennale per chi non volesse impegnarsi in un corso di studi troppo lungo, ma gli studi possono essere integrati con un biennio, fino al conseguimento del diploma di maturità.

La visita a queste due scuole ci è sembrata in generale molto utile e istruttiva.

Paolo e Alex (3 G)

Martedì 11 dicembre, con un gruppo di ragazzi delle Scuole Medie di Oderzo e di Gorgo al Monticano, siamo andati a visitare l’Istituto Agrario di Piavon.

Questa visita, insieme ad altre, è servita ad orientare le nostre scelte verso la scuola superiore. Siamo partiti verso le 8.45 e dopo circa 20 minuti di viaggio siamo arrivati a destinazione. Giunti all’interno dell’edificio ci hanno condotti in un’aula, dove l’ex direttore ci ha spiegato il percorso scolastico nei 5 anni, informandoci che ultimamente la richiesta di addetti al lavoro agricolo è aumentata notevolmente.

Dopo questa lunga e un po’ noiosa spiegazione ci hanno condotti al primo piano, dove sono situati i vari laboratori che in seguito ci hanno fatto visitare. Primo fra questi quello di informatica, dove l’insegnante di questa materia ci ha mostrato alcuni programmi e strumenti.

Siccome eravamo in leggero ritardo abbiamo visitato velocemente due laboratori: quello di biologia e quello di chimica. Nel primo c’erano degli alunni che studiavano degli insetti al microscopio, nel secondo abbiamo visto come si analizzano la terra e l’acidità del vino.

Prima di fare un piccolo intervallo abbiamo visitato il museo dell’apicultura, dove erano collocati molti tipi di arnie, dalle più vecchie alle più recenti, vari tipi di miele e strumenti per il mantenimento delle arnie e per l’estrazione del miele.

Fino a quel momento la visita era stata abbastanza interessante, ma poi è arrivata la parte più noiosa; infatti abbiamo visitato la cantina didattica, dove un professore ci ha mostrato, tra l’altro, una bottiglia di “prosecco” prodotto dalla scuola. Prima di salire in pullman per il ritorno, abbiamo osservato un campo di viti e la piccola serra, dove erano situate delle primule non ancora sbocciate. Terminato il tutto, siamo ritornati alla nostra scuola. È stata un’esperienza molto divertente, attraverso la quale abbiamo assimilato molte informazioni utili su quell’istituto.

Massimo, Stefano e Giacomo (3 G)


Allego alla presente il mio identikid.

Vi chiedo di essere infiltrato nella vostra banca dati.

Premetto che dispongo di un ampio bagagliaio di esperienza.

Sono in offerta speciale, perché fra due giorni mi dimetto.

Ecco la mia testa su un piatto d’argento.

Sono perito agrario ancora in erba.

Vi allego una breve, ma mi auguro chiara, circumnavigazione delle mie esperienze professionali.

Voglio diventare un manager con la A maiuscola.

L’italiano lo conosco bene ed è già di pochi, le lingue straniere sono scolastiche, ma me la cavo con la mimica.

a cura di Francesco (3 G)

Giovedì 13 dicembre con un gruppo di ragazzi delle altre terze, siamo andati a fare una visita guidata al Liceo Scientifico e all’ITIS di Motta di Livenza che, con il Liceo Classico ad indirizzo linguistico di Oderzo, sono riunite in un unico Istituto, l’ISISS. Questa visita, insieme con altre, è stata organizzata dalla nostra scuola per orientare la nostra scelta della scuola superiore. Appena arrivati ci ha accolti la professoressa che poi ci ha fatto da guida. Siamo stati accompagnati in una grande aula per farci assistere ad una lezione introduttiva. Lì c’erano ad attenderci la vice-preside dell’ITIS ed un insegnante di Italiano e Latino del Liceo, che ci hanno spiegato in sintesi le attività che si svolgono nelle due scuole e quali attitudini sono necessarie per poterle frequentare con profitto: una buona motivazione allo studio ed all’impegno ed una predisposizione per le materie scientifiche e tecniche (nel caso dell’ITIS). Il Liceo Scientifico è però una scuola che dà anche una buona formazione umanistica. Finita la spiegazione ci hanno diviso in due gruppi. Le nostre guide ci hanno fatto visitare i laboratori che, per dire la verità, erano tantissimi e dislocati in parti differenti dell’edificio: era difficile orientarsi! I laboratori erano bene attrezzati; per primo abbiamo visitato quello di chimica, dove un insegnante ci ha fatto fare degli esperimenti con acido e ammoniaca: è stato molto divertente! Poi siamo andati nel laboratorio di informatica, in quello di meccanica tecnica e in quello di meccanica pratica, dove c’erano molte macchine.

La scuola ci è sembrata molto grande con molte scale e aule dislocate, a nostro parere, in maniera a dir poco “stravagante” (uno dentro lì avrebbe potuto anche perdersi, perché è simile ad un labirinto…). Infine ci siamo riuniti con l’altro gruppo nell’aula dove all’inizio la vice-preside ci aveva parlato e dove, mentre noi visitavamo i laboratori, era stato preparato un piccolo rinfresco. Tutto era molto buono, ma ci ha dato l’impressione di una velata forma di «corruzione»… Pensiamo che questa visita sia stata molto utile per una nostra più consapevole decisione futura, anche se noi personalmente siamo già orientati in modo diverso e dal nostro punto di vista questa scuola ci è apparsa un po’ fredda.

Giacomo e Manuel (3 G)



 

Lunedì 10 dicembre scorso siamo andati in visita al C.F.P. “Lepido Rocco” di Motta di Livenza.

Questa scuola ha due indirizzi principali: per il settore industriale e per il settore terziario. Appena arrivati il direttore ci ha condotto nell’aula dove si tengono le riunioni degli insegnanti per farci una presentazione globale delle attività che si svolgono nella scuola. Ci ha detto che essa forma operai specializzati e impiegati per il lavoro d’ufficio, che i corsi durano 2 o 3 anni e che alla fine del percorso scolastico le possibilità di impiego nelle industrie della zona sono buone. Quindi siamo stati accompagnati a visitare la scuola: abbiamo visto molte aule attrezzate sia per lo studio “tradizionale” sia per svolgervi esercitazioni pratiche, abbiamo visitato i laboratori di elettronica e di meccanica, l’officina dove gli studenti lavoravano sui motori, le aule di informatica, dove più numerose erano le ragazze, una vasta aula che ospita un ufficio dotato delle più moderne attrezzature, dove in alcuni periodi dell’anno si svolgono “stage” di attività d’ufficio in rete con altre scuole e industrie locali. Dopo un breve intervallo nella sala mensa ci siamo divisi in due gruppi: uno è andato nei laboratori di meccanica, l’altro in quelli di elettronica. Qui abbiamo potuto conoscere più da vicino le diverse attività che svolgono gli alunni all’interno dei laboratori.

Questa scuola ci è sembrata ben organizzata, anche se non corrisponde ai nostri attuali interessi e ai nostri progetti per il futuro.

Mattia, Davide Businello e Giacomo (3 I)

Il giorno 3 dicembre alcuni di noi ragazzi delle terze siamo andati a visitare l’Istituto del Mobile e Arredamento dell’Alto Livenza di Brugnera. Appena arrivati il vice-preside ci ha condotto in aula magna, dove ci ha parlato un po’ della scuola, che ha una durata triennale, ma che può essere prolungata, dopo l’esame del 3° anno, per altri due anni fino al conseguimento della maturità. È una scuola che prepara i giovani al lavoro nell’industria del mobile, particolarmente sviluppata nella nostra zona, e quindi offre alla fine del percorso ottime possibilità di lavoro. È adatta a ragazzi creativi, che abbiano attitudine per il disegno tecnico, l’informatica e le attività operative e che vogliano inserirsi abbastanza presto nel mondo del lavoro. Il vice-preside ci ha mostrato alcuni lavori realizzati dagli alunni degli anni scorsi. Siamo poi andati ai laboratori, dove venivano preparati i legni per la lavorazione. La nostra guida ci ha anche mostrato i vari tipi di vernici e come vengono applicate al legno. Abbiamo visitato poi l’aula-computers, dove c’è una sofisticata macchina che disegna in modo molto più rapido e preciso rispetto a quello manuale. Siamo andati anche in un’aula di disegno dove gli studenti erano intenti a progettare la piantina di una casa.

All’entrata di questa scuola si nota molto bene una scultura raffigurante uno strano albero formato da grossi fogli di legno uniti e incastrati nel tronco. Al di sopra di questi fogli c’è poi un piccolo albero intagliato. L’intero albero è stato ricavato da un albero malato del Parco di Villavarda ed ora è il punto più caratteristico della scuola di Brugnera e quasi il suo simbolo.

Elena & Ketty (3 I)