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Anno 2001
Anno 2002

Qui di seguito potete trovare uno schema aggiornato delle vie di Mansuè e di Basalghelle

Denominazioni già esistenti e riconfermate

Via don Mario Furlan

Via dell’Artigianato

P. zza Dall’Ongaro

Via Cornolera

Via Spessa

Via Marconi

Via don Luigi Naibo

P. zza S. Tiziano

Via Delle Industrie

Via Tessere

Via Meucci

Piazzale dello Sport

Via Baite

Via E. Fermi

Via Tremeacque

Via dei Nespolo

Estensione delle esistenti denominazioni

Via Bastioni

Via Fossabiuba

Via Vallont

Via Pordenone

Via Boscat

Via Gai

Via Villalunga

Via Portobuffolè

Piazza Aganoor

Via Boschè

Via Marchetti

Via Vizzola

Via San Giorgio

Via Basalghelle

Via Calate

Via P. Molin

Via Vizze

Via Palù

Via Cimitero Basalghelle

Via Caliselle

Via A. Moro

Nuove
denominazioni

Via Padre M. D’Aviano

Via Oderzo

Via Casoni

Via Perezzi

Via Livenza

Via Rigole

Via Castella

Via Raganazzo

P.zza Europa

Via Meduna

Via Roma

Via Chiesiol

Via Restiuzza

Via Sant’Antonio

Via Monticano

Viale Papa Lucani

Via Conche

Via Sali

Via dei Benedettini

Via Piave

Viale Padre Cosma

Via Cornarè

Via San Mauro

Via Rosa

Via del Lavoro

 

Dopo l’intervista al nostro Sindaco, dott. Rancan, pubblicata nel numero scorso del giornalino, abbiamo continuato le nostre ricerche per conoscere meglio l’origine di alcuni toponimi del nostro Comune. Abbiamo rintracciato alcune notizie sui personaggi e sulle origini dei nomi delle vie che pensiamo possano interessare anche voi. Tenendo presente anche le spiegazioni che ci ha fornito il nostro Sindaco sull’origine di certe denominazioni, ci è sembrato opportuno spiegarvi l’origine dei nomi raggruppandoli per “categorie”.

Cominciamo la nostra rassegna illustrando “chi sono” e che cosa hanno fatto di particolare i religiosi a cui sono state dedicate alcune delle nuove vie.

(Le notizie sono tratte dalle biografie fornite dal Comune alla Prefettura di Treviso per l’autorizzazione)

Padre Mario Furlan: è nato a Mansuè nel 1920. Già a 17 anni, spinto dal suo amore per le missioni, partì per la Palestina, che diventò la sua seconda patria e dove divenne Canonico del Santo Sepolcro. Portò la sua missione in Giordania, dove fu anche redattore di un giornale e dove trovò la morte in un incidente stradale il 13 settembre 1988.

Padre Mario viene ricordato soprattutto per la sua perseverante tenacia nel realizzare opere sociali ed umanitarie in favore dei più bisognosi, anche se erano di religione non cristiana.

Don Luigi Naibo: nacque a Sarmede il 14 febbraio 1842. Fu parroco di Basalghelle per 32 anni, dal 1876 al 1907. Durante questa sua attività pastorale dimostrò una grande sensibilità sociale e la volontà di aggiornare le forme di carità cristiana fondando, nel 1897, insieme ad alcuni parrocchiani, la Cassa Rurale di San Giorgio.

Nel 1902 iniziò i lavori di costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Basalghelle (molto simile a quella di Sarmede, suo paese natale). Morì nel 1907 ed è sepolto nel cimitero di Basalghelle nella tomba dei parroci.

Don Pietro Ferracini: nato a Cordignano nel 1880, ordinato sacerdote nel 1905 da S. E. Mons. Brandolini, fu Arciprete Parroco di Mansuè dal 1919 al 1934, anno della sua morte. A Mansuè si distinse per la sua carità verso i poveri e per le opere di apertura dell’asilo e di ampliamento ed abbellimento della chiesa, nella quale ora è ricordato da due lapidi, una delle quali contiene il suo testamento spirituale e l’altra ricorda la sua figura sacerdotale da parte dei parrocchiani.

Padre Marco D’Aviano: nacque ad Aviano (PN) nel 1631 e il suo vero nome era Carlo Domenico Cristofori. Nel 1648 entrò nel noviziato dei Cappuccini, a Conegliano, dove assunse il nuovo nome di fra’ Marco D’Aviano. Nel 1672 diventò superiore del convento di Belluno e nel 1674 di quello di Oderzo e cominciò la sua attività di predicatore. Nel 1676, a Padova, guarì una suora malata da 13 anni e questo episodio diffuse la sua fama di taumaturgo. Anche una donna di Mansuè, recatasi a Oderzo dove fra’ Marco stava predicando, ottenne la guarigione. In seguito Padre Marco cominciò dei viaggi apostolici di predicazione in Italia ed in Europa. Giunse fino alla corte di Vienna, divenendo consigliere fidato dell’imperatore Leopoldo I. Accompagnato dalla sua fama di santità, continuò il suo apostolato, rimanendo sempre presente nelle vicende politiche, religiose, sociali e operando a contato con le Case regnanti d’Europa. Morì il 13 agosto 1699 a Vienna. La sua tomba si trova accanto a quella degli Asburgo.

Tra le vie, vecchie e nuove, del nostro comune, alcune sono dedicate a personaggi che si sono distinti in vari campi. di alcuni noi conoscevamo solo il nome ed abbiamo cercato perciò di saperne un po’ di più.

Eccovi alcune informazioni su ciascuno di loro.

Aldo Moro (Maglie 1916 – Roma 1878)

Uomo politico italiano, fu Presidente del Consiglio per ben 5 volte negli anni 60 e 70. Eletto presidente della DC, dal 1976 Moro si preoccupò di trovare una soluzione alla “questione comunista”. Nel pieno delle trattative in questa direzione, Aldo Moro fu rapito dalla Brigate Rosse nell’assalto di via Fani il 16 marzo 1978. Fu successivamente trovato cadavere in una vettura parcheggiata a pochi metri dalle sedi romane della DC e del PCI il 9 maggio 1978.

Francesco Dall’Ongaro (Mansuè 1808 – Napoli 1873)

Fu scrittore e critico. Abbandonò il sacerdozio per prendere parte ai moti patriottici del ’48 e partecipò al governo della Repubblica di Venezia nel 1849. Dopo due anni di esilio, fu docente di Letteratura Italiana a Firenze e poi di Letteratura Drammatica a Napoli. Fra le sue opere si segnalano i drammi Il fornaretto di Venezia, Bianca Capello, Guglielmo Tell, e la raccolta di Saggi di critica e d’arte. Nello stesso anno, il 1840, pubblicò la raccolta “Poesie”

Enrico Fermi (Roma 1901 – Chicago 1954)

A venticinque anni cominciò ad insegnare fisica all’università di Roma. Dal 1932 si dedicò allo studio della fisica nucleare, che gli permise di realizzare la prima fissione dell’uranio. Nel 1938 ottenne il premio Nobel per la fisica. Perseguitato dal fascismo, nello stesso anno si imbarcò con la famiglia per gli USA, dove partecipò alle ricerche che condussero all’impiego dell’energia atomica. Nel 1944 gli venne data la cittadinanza americana. Morì di cancro nel 1954 e l’elemento di numero atomico 100, ottenuto in laboratorio l’anno successivo, prese in suo onore il nome di “fermio”.

Antonio Meucci Firenze 1808 – New York 1889)

Ha legato il suo nome all’invenzione del telefono. Lasciato il Granducato di Toscana per le sue idee politiche, impiantò una fabbrica di candele, poi iniziò a studiare la possibilità della trasmissione a distanza della parola, costruendo il primo apparecchio telefonico nel 1856.

Guglielmo Marconi (Bologna 1874 – Roma 1973)

È conosciuto come il padre delle comunicazioni senza fili. Dopo approfonditi studi Marconi si convinse che le onde elettromagnetiche potevano essere usate per trasmettere informazioni senza l’uso del filo. Nel 1894 iniziò la sperimentazione del telegrafo senza fili; nel 1901 sperimentò la prima trasmissione transatlantica, favorendo l’adozione universale del telegrafo. Nel 1909 ricevette il premio Nobel per la fisica. Alla sua morte tutte le stazioni radio del mondo osservarono due minuti di silenzio, un tributo riservato fino ad oggi solo a lui.

Albino Luciani: nato in provincia di Belluno nel 1912, da una famiglia povera, è diventato sacerdote nel 1935. È stato Vescovo della nostra diocesi di Vittorio Veneto fino al 1969, quando fu nominato Patriarca di Venezia. Nel 1973 divenne cardinale. Fu eletto Papa il 25 agosto 1978 e governò la Chiesa per soli 33 giorni; infatti morì il 28 settembre dello stesso anno. Viene ricordato come il primo papa che rinunciò alla cerimonia dell’incoronazione e che assunse due nomi, in onore dei suoi due predecessori Giovanni XXIII e Paolo VI. Egli infatti divenne papa col nome di Giovanni Paolo I.

Padre Cosma Spessotto (Mansuè 1923 – El Salvador1980)

È un personaggio che sicuramente tutti abbiamo sentito nominare, essendo nato nel nostro comune, dove ha frequentato le scuole elementari. Diventa sacerdote nel 1948, nell’ordine dei francescani. Il suo più grande desiderio era quello di andare in terra di missione ed infatti riesce a recarsi a El Salvador e in Guatemala, regioni estremamente povere. Qui egli vivrà aiutando e difendendo i poveri anche dalle violenze che vengono attuate contro di loro. Quando fa sentire la sua voce contro l’assassinio di un suo giovane catechista, ucciso perché cattolico, segna la sua fine. Infatti poco dopo, entrato nella sua chiesa per pregare, viene colpito dalle raffiche di mitra dei sicari che si erano nascosti dietro le colonne della chiesa.

Le vie del nostro comune ricordano anche:

S. Tiziano, patrono della diocesi di Vittorio Veneto;

S. Giorgio, patrono di Basalghelle;

S. Mauro, titolare dell’omonima chiesetta a Basalghelle;

S. Antonio, al quale è dedicato un capitello.

I nomi delle altre vie sono legati alla realtà locale.

Alcuni di essi sono “moderni”, come i nomi che indicano la “direzione”: Via Pordenone, Via Portobuffolè, Via Gai, Via Basalghelle, Via Oderzo, Via Vallont.

Recente è anche la denominazione legata a particolari attività: Via delle Industrie, Via del Lavoro, Via dell’Artigianato, Piazzale dello Sport; o alla presenza di costruzioni particolari: Via Chiesiol , Via Cimitero Basalghelle, Piazza Aganoor (di fronte alla villa Aganoor), Via dei Benedettini (per la presenza di un ex convento di benedettini)

Le strade della nuova lottizzazione, situata vicino alla scuola media, ricordano i fiumi della zona: Via Piave, Via Meduna, Via Livenza, Via Monticano. Anche Via Restiuzza deve il suo nome alla presenza di un corso d’acqua, il Resteggia.

Diversi toponimi sono invece più antichi e rimandano alla realtà socio-ambientale dei tempi passati. Geologicamente, infatti, i terreni del nostro comune sono morbidi per la presenza di limi alluvionali dovuti a periodiche alluvioni del Livenza; l’abbondanza di acqua, fattore non sempre positivo per gli abitanti, viene spesso richiamata nella toponomastica locale. Inoltre abbiamo scoperto che un tempo il suolo di Mansuè era in gran parte ammantato di boschi e per il resto formato da grandi distese di prati (dei quali restano a testimonianza il Pra’ de Gai ed il boschetto planiziale di Basalghelle). Alla natura del terreno corrispondevano, naturalmente, adeguate attività lavorative e la presenza di appropriate “costruzioni”. Ecco come queste realtà passate vengono “testimoniate” anche ai nostri giorni.

Via Palù: prende il nome dalla presenza, in passato, di zone paludose, poi bonificate;

Via Rigole: da “rivoli”, piccoli corsi d’acqua frequenti in questa parte di territorio;

Via Tremeacque: prende il nome dall’incontro del fiume Livenza e del fiume Meduna, che provoca la formazione di gorghi e di mulinelli, perciò di “acque che tremano”;

Via Raganazzo: deriva dalla radice di una parola celtica “reghen”, che significa pioggia; probabilmente anche questa zona, quando pioveva molto, veniva sommersa dall’acqua;

Via Conche: il nome è legato, probabilmente, alla natura ondulata del terreno, a “conche”;

Via Baite: deve il suo nome alle “baite”, piccole case o capanne per il bestiame, un tempo frequenti in questa zona;

Via Bastioni: i bastioni erano fortificazioni fatte di terra e mattoni che si costruivano negli angoli dei castelli e delle fortezze;

Via Casoni: si chiama così perché c’erano baracche e casette fatte di paglia;

Via Cornarè: il nome deriva da “corna”; probabilmente in passato lungo questa via c’era un luogo dove si macellavano gli animali e si raccoglievano le loro corna;

Via Perezzi: da “per” (cioè strada che porta a….) + una parola gotica che significa “recinto”; probabilmente la via Perezzi un tempo portava ad una zona recintata;

Via Sali: era, in passato, la via utilizzata per il trasporto del sale da Portobuffolè a Ceneda (Vittorio Veneto) fino a tutta la Pedemontana;

Via Cornolera: una volta vi crescevano piante di “cornole”;

Via Boschè e Via Boscat il nome di queste due vie è da attribuirsi alla presenza di zone boscose;

Via Fossabiuba: da “fossa” e “obiuba” da cui deriva la parola dialettale “obia”; anche oggi tale parola sta a indicare un luogo coperto e chiuso con canne per riporre gli attrezzi agricoli;

Via Tessere: deriva dalla radice di “tieda” e indica una costruzione per conservare all’asciutto, in alto, i raccolti e gli attrezzi, cosa necessaria in una zona che spesso era sommersa dall’acqua.

Via Castella: è il nome della strada che conduce alla località chiamata “Castellana”, poiché un tempo vi sorgeva un castello, poi demolito e del quale oggi non resta alcuna traccia.

Un’origine antica hanno sicuramente anche i nomi Via Rosa, Via dei Nespolo e Via Marchetti: i primi due, come ci ha spiegato il nostro Sindaco, risalgono al Catasto Regio del 1890; il terzo si deve alla concentrazione nella zona di famiglie con tale cognome.

Non siamo riusciti a trovare l’origine delle seguenti vie: Via Calate, Via Caliselle, Via Spessa, Via Vizzola, Via Vizze .

Chiediamo pertanto AIUTO a tutti gli affezionati lettori del nostro giornalino affinché, se hanno informazioni utili a completare il nostro lavoro, ce le facciano sapere al più presto. Ringraziamo fin da ora.

a cura di Matteo Trombini, Enrica, Francesca, Karen, Sara, Daniel, Massimo e Marta (2 G)