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Anno 2001
Anno 2002

Dopo i quattro bellissimi libri già pubblicati in Italia, lo scorso sei dicembre è finalmente uscito il film tratto dal primo libro “Harry Potter e la pietra filosofale”, che ha avuto un successo strepitoso, balzando subito in testa alle classifiche dei film più visti durante il periodo natalizio. Durante la notte il piccolissimo Harry Potter viene portato da Hagrid (Robbie Coltrane) davanti alla porta di un anonima casetta. Per undici anni sarà costretto ad abitare con gli insopportabili zii ed un odioso cugino, e a dormire in un sottoscala pieno di ragni. Quando compie undici anni non riceve trentasei regali come il cugino, ma uno più prezioso: viene chiamato a studiare a Hogwarts, un collegio dove si insegnano ai ragazzi tutte le tecniche e i segreti della magia. Nonostante la strenua opposizione degli zii, con l’intervento di Hagrid, Harry potrà prepararsi per affrontare la nuova scuola. Sarà sempre Hagrid ad accompagnarlo ad acquistare i libri e tutto il necessario (compresi una civetta per le comunicazioni e una bacchetta magica). Il “gigante buono” gli spiegherà poi che lui non è un ragazzo qualunque, ma che è nato da due grandi maghi ed è sfuggito alla morte grazie ai suoi grandi poteri, ne è prova una cicatrice che ha sulla fronte a forma di saetta segno di predestinazione lasciatogli dall’incontro con Voldemort, il cui nome incute vero terrore. A Hogwarts Harry diventa subito molto popolare, soprattutto per come sa volare a cavallo di una scopa e per come sa giocare bene a Quidditch tanto che ne diventa il campione.

Egli però dovrà affrontare le forze maligne che hanno ucciso i suoi genitori. Ad aiutarlo accanto a lui ci sono: il preside della scuola Albus Silente, la professoressa Mc Granitt (Maggie Smith) e due affezionatissimi compagni di scuola Ron Weaslly (Rupert Grint) ed Hernione Granfer (Emma Watson). Il finale lo lasciamo a voi.

Giacomo e Francesco (3 G)

Debora e Sara Vargiu (2 H)

“Psycho” è un thriller di Alfred Hitchcock, girato negli USA nel 1960.

I protagonisti del film sono Marion (Janet Leigh) e Norman Bates (Antony Perchins). La storia è ambientata negli anni sessanta in Arizona. Marion, in fuga da Phoenix con 40.000 dollari sottratti al suo datore di lavoro, si ferma nel motel di Norman Bates: strano giovane con l’hobby di imbalsamare animali. Qui Marion viene uccisa a coltellate mentre si fa la doccia. Le indagini saranno condotte della sorella e dal fidanzato (che assumono anche un investigatore).

Marion è una brava ragazza, anche se approfitta dei 40.000 dollari nell’illusione di poter risolvere in questo modo i suoi problemi personali. È un personaggio positivo, una ragazza normale, solare e innamorata. Come lo è del resto il fidanzato, sempre molto impegnato nel lavoro, per riuscire a mantenere la sua ex moglie.

Norman Bates invece è un giovane timido. È ossessionato da sua madre, una donna autoritaria e prepotente (di cui però durante il film si sente solo la voce). Vorrebbe liberarsene, però non può o forse non ci riesce.

Alfred Hitchock con questo film non voleva comunicarci alcun messaggio, voleva solo creare della suspance, tenerci incollati allo schermo fino all’ultima scena: voleva fare del cinema puro.

Questo, secondo me, viene evidenziato nella scena dell’omicidio nella doccia, violenta ma anche molto avvincente: mi ha colpito molto.

Per girarla sono occorse settantadue posizioni della macchina da presa e una settimana di lavorazione.

L’inquadratura è straordinaria: sorprendente e molto famosa la verticale dal basso dell’acqua della doccia, oppure la dissolvenza incrociata tra il buco dello scarico da cui il sangue defluisce e l’occhio vitreo di Marion morta, inquadrato in dettaglio. Un’altra scena che mi è piaciuta molto è quella del dialogo nel motel tra Marion e Norman: se analizzata, ogni posizione di macchina ci dice qualcosa, ad esempio le inquadrature laterali e dal basso di Norman, lo rendono ancora più inquietante e si differenziano sensibilmente da quelle frontali e tranquille di Marion. Per non parlare poi dell’uso delle luci e degli elementi scenografici. In questo film c’è praticamente ogni tipo di inquadratura.

Anche la colonna sonora è rilevante: la musica è stridula e acuta (archi) e fin dai titoli di testa che spezzano e ricompongono le parole (“movimentati” da righe verticali e orizzontali) possiamo capire di che tipo di film si tratti. La musica suscita un senso di paura, di forte inquietudine: basta solo quella a incutere ansia e a creare il clima di suspance fondamentale in questo film. Ma la musica di Bernard Hermann sottolinea anche l’azione, come ad esempio nella storica scena della doccia. Senza la colonna sonora questo film non sarebbe lo stesso.

“Psycho” mi è piaciuto molto perché secondo me Hitchcock è riuscito a combinare insieme in un film una tecnica eccezionale con una storia intrigante, ma soprattutto è riuscito a farci provare delle emozioni molto forti.

Serena Dal Cin (3 H)


Qualche tempo fa ho letto un libro di Edmondo De Amicis, uno scrittore di origine ligure, morto nel 1908. Il libro che ho letto si intitola “Cuore” e, da alcune ricerche che ho condotto a lettura ultimata, ho scoperto che ha venduto più di 2 milioni di copie in meno di cinquanta anni ed ha ispirato vari film televisivi, l’ultimo dei quali è stato trasmesso dalla TV qualche mese fa. Ho anche scoperto che “Cuore” è stato adottato come testo nelle scuole elementari per diverso tempo, poi è stato dimenticato. Secondo me questo libro ha ancora qualcosa da dirci e può farci riflettere su problemi importanti.

Il genere del libro è il “diario”: Enrico, il protagonista, racconta i fatti avvenuti durante l’anno scolastico 1881- 82, nella terza classe della scuola municipale Sclopis di Torino.

Dal 17 ottobre al 10 luglio, per nove mesi, i ragazzi studiano insieme, ma alcuni di loro devono affrontare prove durissime, persino la fame o le violenze; Enrico invece è fortunato perché appartiene alla ricca borghesia. Tra le pagine del diario si inseriscono nove racconti, uno ogni mese, narrati dal maestro. Ve ne cito alcuni: “Dagli Appennini alle Ande”, “Il piccolo scrivano fiorentino”, “Il tamburino sardo”: sono racconti un po’ “strappalacrime” che intendono mettere in risalto l’eroismo dei ragazzi italiani protagonisti.

Il maestro di Enrico è solo al mondo e considera gli alunni come suoi figli, sebbene siano tutti diversi tra loro: c’è Franti, il cattivo, privo di interessi, orfano di padre: per le sue malefatte finirà in un riformatorio; c’è De Rossi, il primo della classe, intelligente e buono; Garrone, l’amico di tutti che protegge i deboli e fa rispettare la giustizia; Coretti, lo studente-lavoratore che si addormenta in classe perché, prima delle lezioni, ha già scaricato quintali e quintali di legna.

Sono molti i sentimenti presenti nel libro. Innanzitutto c’è l’amore per la patria, portato come esempio in continuazione, che a noi fa un po’ ridere, ma bisogna ricordare che il libro è stato scritto subito dopo l’unità d’Italia. Tutti sono orgogliosi di aver combattuto per l’unità nazionale; i protagonisti del Risorgimento sono ritenuti eroi.

Al secondo posto tra i valori presenti si trova la famiglia: quella di Enrico è felice, ma ce ne sono altre in cui ci sono gravi problemi come le malattie, la miseria, il carcere e l’alcolismo; infine c’è quasi sempre fratellanza e solidarietà tra gli scolari, che rendono meno pesanti le fatiche scolastiche.

Un valore che l’autore sottolinea è l’importanza dell’istruzione, in una società che vuole migliorarsi; in realtà mi ha fatto un certo effetto vedere ragazzi che fanno tanti sacrifici per poter andare a scuola e studiare…Noi faremmo altrettanto?

Io ho visto anche il telefilm che ne è stato tratto e che ha avuto come protagonisti principali gli attori Giulio Scarpati, Leo Gullotta ed Anna Valle. Devo dire che il film ha rispettato abbastanza i contenuti del libro e mi sono piaciuti entrambi.

Comunque, consiglio a tutti voi di leggere “Cuore” perché è appassionante e piacevole e mi ha fatto riflettere.

Detto questo, non mi resta che augurarvi buona lettura!

Sara (II G)

Sono passati sei anni dall’immane tragedia del “Jurassic Park” e tutto sembra dimenticato. Il dott. Levine, dopo aver acquistato uno dei computer utilizzati nei laboratori dell’isola in questione, ritrova al suo interno un file dimenticato, dal quale apprende dell’esistenza di una seconda isola (il sito B), dove i dinosauri venivano fatti nascere e cresciuti fino a diventare grandi. Deciso a visitarla, Levine, esperto di dinosauri, parte alla volta dell’isola con la speranza di vedere da vicino alcune di queste affascinanti creature. Lo studioso Jan Malcom, amico di Levine, preoccupato per la sua improvvisa scomparsa, va a cercarlo con l’aiuto della sua fidanzata, l’etologa Sarah, del dott. Thorne e del meccanico Eddie, che mette a punto i veicoli adatti alla spedizione. I quattro si recano sull’isola, portandosi dietro due ragazzi esperti di computer: Kelly e Arby. Trovato Levine, che sta spiando un gruppo di tirannosauri, si apprestano a tornare a casa, ma un gruppo di bracconieri fa irruzione sull’isola. I cacciatori di frodo iniziano a far strage di animali e giungono anche al nido dei T-rex, rompendo una gamba ad un cucciolo nel tentativo di portarselo via. Sarah ed Eddie, con l’aiuto del poco accondiscendente Malcom, rapiscono il cucciolo dal campo dei bracconieri e cercano di curarlo. In tal modo commettono un grande errore, del quale si renderanno conto troppo tardi: infatti le grida del piccolo attirano i suo genitori, due giganteschi T-rex che li perseguiteranno senza lasciar loro un attimo di respiro. Alla fine però …

Consiglio questo libro di Michael Chrichton agli amanti delle specie estinte ed anche ai perpetui annoiati, perché se solo inizieranno a leggerlo non riusciranno più a distogliere gli occhi dal testo fino alla fine della storia!!!

 

Sara Sandri (2 H)

Dopo una lunga attesa, finalmente è uscito sugli schermi, a Natale, il primo film (dei tre previsti) tratto dal libro dello scrittore sudafricano di origine inglese John Tolkien “il Signore degli Anelli”. Il film, così come il libro, tratta dell’eterna lotta fra il bene e il male in un magico mondo popolato di elfi, maghi, nani, hobbit e tante altre creature fantastiche che si mescolano agli umani in una spettacolare serie di avventure. Protagonista della saga è il coraggioso giovane hobbit Frodo, affiancato dai suoi tre amici Sam, Merry e Pipino.

La storia inizia con un flashback che narra della forgiatura degli anelli dati agli uomini, agi elfi e ai nani. L’oscuro signore Sauron, che non ha ricevuto alcun anello, ne forgia uno per sé concentrandovi tutte le forze del male. Questo anello dà a chi lo possiede la capacità di dominare su tutto e su tutti. Dopo una cruenta battaglia nella quale Sauron ha la peggio, l’anello finisce in mano a Bilbo Baggins, un hobbit della Terra di Mezzo. Il giorno del suo centoundicesimo compleanno, Bilbo decide di andarsene verso est e di lasciare l’anello in eredità al nipote Frodo. Frodo, grazie a Gandalf, stregone buono amico suo e di Bilbo, capisce la pericolosità dell’anello (sulle cui tracce si è messo Sauron) e decide di mettersi in marcia verso un posto dove sia possibile distruggere l’anello. Frodo e i suoi fedeli amici Sam, Merry e Pipino, sempre inseguiti dai cavalieri neri al servizio di Sauron, giungono in una locanda dove incontrano Aragorn, amico di Gandalf, che li guida a Gran Burrone, dimora degli elfi di Bosco Atro. Gandolf, frattanto, si reca a Isengard, per cercare aiuto e consiglio dal grande mago Saruman, ma qui scopre che il mago è passato al servizio di Sauron. Sfuggito rocambolescamente a Saruman, Gandalf raggiunge gli amici a Gran Burrone, dove si forma la Compagnia dell’Anello, formata da Frodo, Sam, Merry, Pipino, il nano Gimbi, l’elfo Legolos, gli umani Aragorn e Boromir e Gandalf. I nove compagni si avventurano in un difficile viaggio e corrono mille pericoli. Attraversano le miniere di Moria, dove Gandalf muore (ma nel secondo film ci sarà un colpo di scena) e arrivano alla cascata dei giganti Minas Tirith. Qui la compagnia viene attaccata dagli orchi Uruk-hai, creati da Saruman, che rapiscono Merry e Pipino e uccidono Boromir. Frodo decide di riprendere da solo il viaggio verso il vulcano dove deve gettare l’anello per distruggerlo (lo stesso vulcano dove è stato forgiato l’anello). Accanto a sé Frodo ha solo il timido e fedele Sam che, avendo promesso a Gandalf di non lasciarlo mai, lo segue anche a costo di rischiare la vita. Qui finisce il film, ma non la storia. Io so come va a finire la storia, perché ho letto il libro di Tolkien (o meglio il “librone”, di ben 1000 pagine) e a chi non riesce ad aspettare l’uscita dei prossimi film, consiglio di fare altrettanto. Buona lettura e buona visione a tutti!!!

Sara Sandri (2 H)