Home
Su
Anno 2001
Anno 2002

quest’anno, fra le tante lettere che riceverai, ci sarà anche la mia; spero che tu la legga attentamente.

Quando ero piccola e ti scrivevo la letterina , non sapevo mai cosa chiederti, perché io come gli altri bambini ricchi, ero piena di regali ed immaginavo invece cosa avrebbero potuto chiederti i bambini poveri, senza una casa , senza una famiglia … .

Nel mondo anche oggi ci sono tanti bambini che vivono nelle sofferenze e nella povertà: i baby lavoratori del terzo mondo, i bambini soldato, gli orfani dell’AIDS in Africa, i malati di AIDS e di altre gravi malattie, i bambini mutilati dalle mine (come quelli in Afganistan), i bambini che vivono in guerra (come quelli in Palestina e in Afganistan) e i bambini che vivono nelle favelas come in Brasile. Perciò ti prego, visto che i loro genitori sono talmente poveri da non poter loro fare un regalo, a Natale passa tu da quelle famiglie e fai un grande regalo a quei piccoli: togli loro le sofferenze, permettendo di vivere più serenamente.

Nel mio presepe (fatto su due piani) nel piano superiore ho rappresentato la gente povera, umile, che va a trovare Gesù; su quello inferiore, invece, la gente ricca che vive in belle abitazioni e che se la “spassa”, senza andare ad adorare Gesù. Fa che nel mondo non ci siano più queste differenze sociali, ma che la giustizia regni dappertutto. In questo periodo natalizio si stanno promuovendo varie iniziative di solidarietà, ma sono solo una goccia d’acqua in un grande deserto!

Ti chiedo, Babbo Natale, di illuminare i cuori dei potenti affinché possano risolvere concretamente i problemi dell’umanità: costruire ospedali, scuole, campi profughi, cancellare i debiti che hanno i paesi poveri verso quelli ricchi. Spero nel Natale del 2002 di poter fare un presepe tutto unito, senza più distinzione tra ricchi e poveri, senza più nessuna diversità sociale.

Ti saluto e ti auguro buone feste!!!

Chiara Fragomeno (1 G)

P.S. Non deludere le speranze di chi crede che le cose possano cambiare!

come va? Con la tua ultima lettera mi è arrivata anche la foto di te e della tua famiglia. Siete bellissimi e neanche la tua casa è male! Vivere a Manhattan deve essere splendido, anche se in questo periodo credo che lo sia un po’ meno. Me lo immagino come un luogo favoloso, “un po’ diverso” da quello dove vivo io. Lì la vita deve essere frenetica qui, invece, c’è fin troppa calma. Come ti ho già scritto, Portobuffolè è un paese veramente piccolo, arriviamo forse a 700 abitanti. Gli aspetti positivi sono tanti: essendo piccolo, il paese permette a tutti noi abitanti di conoscerci, come di certo non avviene lì da te. Sai, è divertente passeggiare per le stradine del paese senza fretta, senza pensieri e salutare tutti quelli che camminano sulla tua stessa strada. Non ci sono confusione, traffico, inquinamento. A volte, nei pomeriggi d’inverno, è “deserto” e quelle rare volte che nevica, sembra un paese incantato. Non mancano certo i contro: non ci sono abbastanza svaghi per i giovani, anzi, non ce ne sono affatto; mancano cinema, discoteche, gelaterie, negozi dove fermarsi a guardare le vetrine. C’è proprio l’indispensabile: bar, un negozio di alimentari, un panificio; c’è la scuola materna, ma hanno chiuso quella elementare per mancanza di bambini. La vita qui, pur se tranquilla, è un po’ scomoda: quando occorre qualcosa devi sempre uscire da Portobuffolè e recarti nei paesi circostanti. Tutto sommato a me va bene così e non vorrei vedere il mio paese trasformarsi in una di quelle città megagiganti in cui la vita non si ferma mai, tutti vanno sempre di fretta, sempre di corsa. Sta un po’ a sentire come si svolge la vita di un normale ragazzo di Portobuffolè: ci si alza al mattino, si va a scuola dalle 8:00 alle 13:00, quando si torna a casa. Per qual che riguarda il pomeriggio, ognuno lo trascorre come crede. Io, quando arrivo da scuola, pranzo, faccio i compiti per il giorno seguente e il resto del tempo lo trascorro come ogni altro ragazzo: esco con gli amici. Andiamo in centro (dove troviamo gli obbiettori di coscienza, BELLI e SIMPATICI), oppure a casa di qualche amica. Questo per qual che riguarda i mesi di scuola. In estate noi ragazzi della nostra via e quelli della via accanto, ci riuniamo in “via Papa Luciani” e lì parliamo, scherziamo, litighiamo, giochiamo, facciamo nuove conoscenze, nascono nuove amicizie e… Così passiamo i tre mesi più belli dell’anno: parlando. Non so che altro dirti della vita di noi ragazzi di qui; so per certo che ti sarebbe difficile abituarti alla dolce calma di questo paese. Non è brutto, è solo diverso da dove vivi tu. Non credo che andrò mai a vivere in una città come Manhattan (senza offesa), ma neanche resterò qui. Comunque, anche se piccolo, Portobuffolè è molto, molto bello e proprio per le sue caratteristiche e per i suoi monumenti storici, soprattutto di epoca medievale, è visitato da molti turisti. Se tu decidessi di venirmi a trovare durante l’estate, potresti assistere alla sfilata in costume medievale (che ogni anno si ripete per le vie del paese) e potresti trovarti nel mezzo di un duello o di un torneo. Sempre d’estate si organizza la “Fiera di Santa Rosa”, che comprende tra l’altro un mercato di animali da cortile, che forse tu a Manhattan non hai mai visto. Se sei appassionato di antiquariato, poi, potresti aggirarti tra le bancarelle che, ogni seconda domenica del mese, offrono oggetti di ogni tipo e lasciarti sedurre da un vecchio orologio o da un mobile antico. Spero di averti incuriosito e di averti convinto a visitare questo piccolo angolo d’Italia. Ti aspetto per farti da “cicerone”.

Baci. Amanda

P. S. Se vuoi avere un’idea di Portobuffolè “medievale” guarda le fotografie pubblicate nel nostro giornalino di dicembre 2001, sul sito Internet “I fatti nostri” www. comune.mansue.tv.it

C I A O ! ! !