5 maggio 2002
Caro diario,
è quasi finita la scuola. Io sto pensando a come
sono andati questi due anni alla scuola media e posso dire che sono
andati bene. La scuola è bella grande, con tante aule e tanti
laboratori e io mi sono anche divertita. Mi è piaciuto fare disegno,
cartonaggio, lavori con la carta e anche imparare cose nuove. Non sono
brava con la lingua italiana e faccio fatica a capire tante cose, ma i
professori mi aiutano quando non capisco. Ho fatto anche nuove amicizie
e per tutto questo sono contenta.
Però, caro diario, voglio confessarti il mio piccolo
grande problema: i miei compagni di classe.
Anche l’anno scorso ho pensato che in questa classe
non mi volevano. Le ragazze dicono cose brutte su di me (per fortuna non
tutte), certe mi hanno accettato ma le altre mi rifiutano. Ma sono
soprattutto i maschi che fanno gesti stupidi verso di me e io credo che
loro non pensino che in questo modo mi fanno male. Le professoresse gli
hanno detto che non va bene fare così, ma loro non le ascoltano. Loro
non vogliono stare in banco con me, non vogliono lavorare in gruppo con
me. Quando siamo in fila se io sono davanti loro vanno dietro, se io
sono dietro loro scappano davanti. Quando siamo in palestra i miei
compagni, ma anche le compagne (non tutte) non mi passano la palla.
Perché? Io penso: se loro fossero al mio posto, starebbero male come
sto io. I miei compagni e le mie compagne di classe non mi hanno mai
invitata ai loro compleanni; solo una mi ha invitata una volta, ma io
non sapevo dove era la sua casa e così non sono andata.
Mi ha invitato qualche volta una compagna di mia
sorella Elbasane e anche una vicina di casa che si chiama Barbara, ma i
miei compagni, no.
Nessuno mi ha mai invitato a fare i compiti o a
vedere le loro case. Io vorrei invitare qualcuno a casa mia, ma siccome
nella mia casa siamo in tanti, ci sarebbe disagio e così non posso
invitare nessuno, ma mi piacerebbe giocare o chiacchierare o fare i
compiti al pomeriggio con qualcuno dei miei compagni.
Quello che mi ha fatto soffrire di più, però, è
quello che è successo a scuola. Ti racconto cosa è successo qualche
giorno fa. Con la professoressa Bianchi abbiamo preparato tutti insieme
una torta nella cucina della scuola; quando era pronta l’abbiamo
tirata fuori dal forno, Giulia ha preparato le salviette, la
professoressa ha tagliato la torta e io, insieme a Giulia, dovevo
distribuire le fette ai miei compagni, ma molti non hanno voluto
mangiare la torta perché l’avevo distribuita io. Loro sono
rimasti senza torta, ma io sono rimasta male. Poi in classe con le
professoresse abbiamo parlato di quello che è successo e le
professoresse volevano sapere perché si comportano così con me. Ma io
non ho capito il motivo. Forse è perché io sono kosovara o perché non
sono brava a scuola o forse sono antipatica. Hanno anche detto che ho
qualche malattia, ma io non ho malattie!
Caro diario, cosa posso fare per avere amici anche
nella mia classe? Forse perché io sono straniera loro non mi vogliono.
Io spero che questo non capiti anche a mia sorella,
cioè che i suoi compagni non le facciano le stesse cose che i miei
fanno a me, perché io non voglio vedere che mia sorella resti male per
questi motivi.
Io spero che l’anno prossimo le cose vadano meglio
anche in classe e che queste brutte storie finiscano. Io spero che i
miei compagni pensino se fossero loro al mio posto cosa farebbero e che
io non gli ho fatto niente di male.
Se i miei compagni cambiano un po’ l’anno
prossimo io sarò più contenta perché questa scuola mi piace e anche
altri amici e spero di diventare anche più brava a studiare e così
potrò essere felice anch’io.
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