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Giovedì 21 Marzo scorso, noi ragazzi delle tre terze della scuola media di Mansuè siamo andati in visita guidata a Possagno, cittadina famosa per aver dato i natali al celebre scultore neoclassico Antonio Canova (1757-1822). A Possagno abbiamo visitato la “Gipsoteca” (che deriva dal greco e letteralmente significa “raccolta di gessi”), eretta nel 1836, nella quale sono raccolti molti calchi e modelli in gesso, nonché bozzetti in terracotta o cruda di opere del Canova. C’erano anche alcuni suoi marmi, per un totale di circa trecento opere, grandi e piccole, finite o lasciate a mezzo, per lo più provenienti dallo studio romano dello scultore. Questa visita guidata è stata organizzata dal nostro prof. di Ed. Artistica, per approfondire il Classicismo settecentesco del quale il Canova è uno dei maggiori rappresentanti. Una delle opere più famose che abbiamo potuto vedere a Possagno è stata la “Paolina Borghese”, sorella di Napoleone. Per realizzare le sue opere, Canova partiva dal bozzetto, poi faceva dei piccoli modelli in terracotta o cruda o in cera e in seguito, con l’aiuto dei suoi collaboratori le realizzava a grandezza naturale in argilla o gesso. La fase finale consisteva nel riprodurle in marmo attraverso un sistema proporzionale calcolato sulla base di chiodini (chiamati rèpere) inseriti nel modello in gesso.

A noi ragazzi è molto piaciuta questa esperienza perché è stata istruttiva e ci ha permesso di imparare e vedere cose nuove. E poi …. abbiamo “perso” cinque ore di scuola!!!

Adrian (3^ I)

 

 
Sabato 27 aprile noi ragazzi delle classi 3^ h e 3^ I siamo andati in gita a Trieste. Obiettivi del viaggio erano la visita alla Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio esistente in Italia, e alla Grotta Gigante, un significativo esempio di fenomeno carsico.

La Risiera è un complesso di edifici che facevano parte di uno stabilimento per la pilatura del riso costruito nel 1913 e trasformato dai Tedeschi, dopo l’8 settembre 1943, dapprima in campo di prigionia per i soldati italiani catturati e poi come campo di smistamento per gli ebrei destinati ai campi di sterminio di Auschwitz e di Mauthausen. Serviva anche come luogo di detenzione e di sterminio per i partigiani, i detenuti politici e gli ebrei. Nei primi mesi del 1944 la Risiera fu dotata anche di un forno crematorio. Fin dall’entrata il luogo ha un aspetto molto angoscioso. L‘ingresso è costituito da un lungo corridoio aperto nella parte superiore, molto stretto e chiuso da due pareti di cemento, alte 11 metri, che sono state inserite dall’architetto che ha eseguito la ristrutturazione degli edifici. La giornata piovosa e grigia rendeva tutto ancora più cupo e squallido. Appena entrati abbiamo visto alcune ragazze, di altre scolaresche in visita a quel luogo, che si erano sentite male e che venivano accompagnate fuori: anche questo ci ha reso piuttosto inquieti.

La guida ci ha condotto a visitare la “cella della morte”, una grande stanza dove venivano portati i prigionieri catturati durante i rastrellamenti e destinati ad essere uccisi subito. Poi ci ha portato in un edificio in cui si trovano 17 micro-celle, in cui venivano stipate fino a dodici persone, da eliminare nel giro di pochi giorni o alcune settimane, quindi abbiamo visitato il piccolo museo della Risiera. Il forno crematorio non c’è più, è stato fatto esplodere dai Tedeschi in fuga nella notte tra il 28 e il 29 aprile 1945, ne resta solo l’ “impronta” su un muro esterno e sull’area del cortile interno dove sorgeva, contrassegnata da una piastra metallica che segue il percorso del canale del fumo che lo collegava alla ciminiera, al posto della quale oggi sorge una scultura in metallo che simboleggia il fumo che usciva dal camino.

All’uscita dalla Risiera pioveva a catinelle e soffiava un forte vento, perciò abbiamo dovuto rinunciare alla visita con pranzo al sacco al castello di Miramare e abbiamo consumato un rapido pasto in piedi sotto la tettoia di un supermercato, in mezzo ai carrelli della spesa e con gli schizzi della pioggia che ci colpivano in faccia…Fantastico, vero?!?

Siamo quindi partiti prima del previsto per la Grotta Gigante di Sgonico. Appena entrati siamo stati colpiti da quel luogo meraviglioso, composto da un’unica enorme sala che si dice possa contenere per dimensioni la cupola della cattedrale di San Pietro. C’erano moltissime stalattiti e stalagmiti, dalle forme singolari rese ancora più suggestive dall’illuminazione dal basso. Sembrava il paesaggio di una fiaba…Per visitarla tutta abbiamo dovuto scendere e poi salire centinaia di scalini, ma ne è valsa la pena.

Lungo la strada del ritorno, fortunatamente, ha smesso di piovere così abbiamo inserito un fuori - programma: la visita al Sacrario di Redipuglia, dove sono sepolti i resti di centomila caduti della Prima guerra mondiale (40.000 noti e 60.000 ignoti). Anche questo è un luogo molto suggestivo: ai piedi del Sacrario ci sono ancora delle parti originali di trincee fortificate che abbiamo potuto visitare.

Nonostante il tempo infame, la gita è risultata piuttosto interessante e si è conclusa allegramente con un gelato consumato al sole nello spiazzo di un autogrill.

Federico R. e Chiara (3^ H)

Ciao raga,

sono Francesco della 3^ G. Il 7 Maggio scorso, accompagnati da alcuni insegnanti, siamo andati in gita scolastica a Venezia. L ’obbiettivo di questa gita era quello di approfondire le nostre conoscenze sullo scultore Antonio Canova e visitare alcuni luoghi unici al mondo. Siamo partiti da scuola in pullman alle ore 8:00 e siamo giunti a Venezia verso le 9:30. Appena scesi abbiamo trovato alcuni Giapponesi che ci hanno chiesto di posare con loro per delle foto. Ci siamo diretti, quindi, verso la “Chiesa dei Frari”, dove abbiamo potuto ammirare tra le tante opere, il monumento funebre al Canova e alcuni dipinti del Tiziano. Dopo aver visitato questa imponente chiesa di stile gotico, ci siamo diretti verso l’ “Accademia delle belle arti” dove abbiamo visitato una galleria ricca di quadri. Tra le opere la più famosa vi si trova la “Tempesta” del Giorgione, un quadro molto suggestivo e ricco di colori. Verso le 12:30, usciti dall’Accademia, ci siamo diretti verso un posto chiamato “le zattere” (perché si tratta di una palafitta sul Canal Grande): qui abbiamo potuto rifocillarci e anche prendere il sole. Durante il tragitto per raggiungere piazza S. Marco abbiamo potuto ammirare le strette calli, tipiche di Venezia, e anche intravedere la “ Chiesa della Salute”. Giunti a San Marco, abbiamo ammirato la piazza ed i professori ci hanno lasciati liberi di girare e fare acquisti: così abbiamo comprato dei souvenirs. Alcuni miei compagni hanno dato del becchime ai numerosi piccioni presenti e in questo modo ci siamo divertiti molto. Poi abbiamo poi visitato la Basilica e i più coraggiosi (tra cui anch’io), hanno deciso di salire al piano superiore, per ammirare dall’alto il bellissimo panorama e vedere gli splendidi cavalli in bronzo che sono una caratteristica del posto. L’ultima tappa è stata in zona “Ponte di Rialto”, luogo molto bello e frequentato per la presenza di numerose bancarelle.

Da qui ci siamo incamminati verso la stazione degli autobus, da dove siamo ripartiti verso le ore 18:00 alla volta di Mansuè, dove siamo arrivati alle 19:30. In questa “gita” mi sono divertito moltissimo perché ho visitato una città bellissima assieme ai miei compagni.

Consiglio a chi non è ancora stato a Venezia, di andarci quanto prima, perché è unica al mondo per i suoi monumenti, le sue chiese e la sua singolare struttura “sull’acqua”. Ciao da

Francesco (3^ G)