Giovedì 11 settembre scorso ha avuto luogo, a Basalghelle, l’inaugurazione di un nuovo capitello, il 1° in tutto il mondo, dedicato al beato Padre Marco D’Aviano. Esso si trova nell’omonima via ed è una struttura moderna molto grande con all’esterno un piccolo campanile; la cosa che colpisce di più è la croce affissa sul muro rivolto verso la strada, che di notte s’illumina. È sorto grazie al contributo e alla collaborazione di tante persone devote al Beato, su un terreno donato dalla famiglia Biasi. Padre Marco era un frate cappuccino, missionario della nostra terra e grande predicatore, che ha compiuto anche miracoli. Carlo Domenico Cristofori era il suo nome di battesimo; egli nacque il 17 novembre 1631 nel borgo di Villotta ad Aviano. È stato proclamato “beato” il 27 aprile 2003 da papa Giovanni Paolo II in piazza S. Pietro a Roma, alla presenza di un folto gruppo di fedeli provenienti dalle nostre zone. Alla solenne inaugurazione del capitello, con la Santa Messa celebrata dal vescovo della diocesi di Vittorio Veneto Alfredo Magarotto, è seguito in gioioso rinfresco al quale hanno partecipato molte persone. Ora, nel mese di ottobre, tutte le sere si recita il Santo Rosario con fede e devozione, sperando che questo capitello rappresenti sempre un punto d’incontro per gli abitanti della nostra contrada.

Maria & Silvia (III G)

Il capitello eretto in memoria di Padre Marco d’Aviano intende rappresentare, sul piano architettonico, i due aspetti più tipici della sua figura di predicatore e di uomo di fede: la lotta contro i mussulmani per il trionfo della dottrina cristiana e l’attività apostolica per la diffusione della parola di Cristo e l’unificazione della Chiesa Cattolica.

Dalla presentazione del capitello scritta da Nerio de Carlo: «Funzionalmente l’edificio è distinto in due zone, una coperta in cui trova collocazione l’officiante, con un altare rivolto verso i fedeli ed un leggio, ed una parte scoperta e pavimentata dove trovano collocazione i fedeli.

La porzione allo scoperto ha come chiusura simbolica a nord un basso muro, da poter adoperare come seduta, che verso ovest si curva creando un’aiuola tonda in cui si colloca un albero di ulivo, verso est questo stesso muro cambia direzione puntando verso l’alto diventando un piccolo campanile.

Questo stesso pilastro forma con il muro di mattoni, di uguale altezza, il portale simbolico di accesso all’edificio.

Il muro ad ovest e la copertura con le loro inclinazioni hanno la funzione di concentrare l’attenzione e le direttrici verso il lato sud, questo è formato da un sedile in muratura per l’officiante […]. Sulla parete di fondo trova collocazione un dipinto rappresentante padre Marco e la battaglia di Vienna. Il dipinto sarà definito da un bordo in vetromattone che di giorno crea una cornice di luce allo stesso.

La parte coperta è chiusa ad ovest da un muro intonacato […]. Il pavimento è unico ed uniforme tra la parte coperta e quella scoperta, creando una continuità quando le vetrate sono aperte. Da un punto di vista funzionale l’intenzione è di creare due spazi distinti, uno riservato all’officiante ed uno per i fedeli, uno coperto e l’altro no, ma uniti ed essenziali reciprocamente nel formare un unico insieme.

L’edificio risulta atipico nel panorama religioso locale, se infatti può ritenersi un’edicola o “capitello” riferendosi alle dimensioni dello spazio coperto, rappresenta di più i concetti formali e funzionali di una chiesa; la parte coperta, più stretta e dedicata all’officiante, diventa un coro con altare e leggio mentre la parte scoperta, chiusa dai vari lati con muri alti o bassi, simbolizza una navata.

In definitiva, probabilmente avevano ragione gli antenati delle nostre terre quando definivano questi edifici col nome di “CHIESOL”, ovvero “PICCOLO CHIESE”.

Un’ultima precisazione riguarda lo stile dell’opera, volutamente moderna perché ogni cosa deve riflettere il Tempo in cui è creata».

a cura di Giulia e Nicola Spessotto (III H)

“GRAZIE” don Brunone
Una notizia veramente importante è il grosso arrivederci che tutti i parrocchiani di Basalghelle e di Vallonto hanno dato a Don Brunone. Lo spostamento di Don Brunone dalle nostre piccole comunità verso Trichiana lascerà molta amarezza nell’animo dei parrocchiani, poiché sono oramai passati nove anni da quando il parroco ha preso servizio in questi paesi. Si era infatti creato un gran rapporto di rispetto e amicizia tra i parrocchiani e il Parroco, che ha manifestato tutta la sua disponibilità attraverso l’organizzazione dei campi-scuola, delle feste per gli anziani, delle messe presso i capitelli, della gara dei presepi, e certamente nessuno può dimenticare i suoi 161 pellegrinaggi! Per dare non un addio, ma un arrivederci al Parroco sono state celebrate due messe: la prima nel mese di giugno nel bosco di Basalghelle (e là non sono mancate le lacrime), e la seconda poco prima della sua partenza, il 24 agosto. Domenica 24 è stato un appuntamento veramente speciale e anche per questo la chiesa era colma; la messa è stata veramente intensa, non sono mancati i ringraziamenti e gli auguri di buona fortuna.

Un arrivederci e un grosso bacio accompagnato da un “grazie” è stato rivolto anche alla mamma del “don”, la signora Teresina, sempre disponibile ad aprirci la porta con un sorriso, anche nei momenti meno opportuni.

Sono sicura che noi ragazzi ci ricorderemo di Lei e penseremo spesso alle nostre chiacchierate e a tutte le volte che ci ha offerto le caramelle.

Giulia (3 H)

A cena con don Brunone
La sera di Martedì 26 agosto noi ragazzi che abbiamo partecipato all’ A.C.R e ai campi scuola di San Tommaso Agordino ci siamo ritrovati insieme, nel salone parrocchiale di Basalghelle, per una cena di saluto dedicata al carissimo Don Brunone, che si è sempre dimostrato attento ai problemi e alle esigenze dei giovani della nostra comunità. Arrivati puntuali (come sempre) dopo aver parlato un po’ con i nostri amici, ci siamo accomodati ed abbiamo cominciato a mangiare. Il menu’ era: pasta al ragù, cotoletta alla milanese con patate fritte, crostata di mele e torta al cacao. Durante la cena noi ragazzi abbiamo sempre chiacchierato, senza dare ascolto ai richiami del Don. Successivamente abbiamo giocato alla tombola della fortuna: i premi erano magnifici. Su circa sessanta ragazzi, quindici hanno ricevuto alcuni di questi premi, solo uno ha fatto tombola ed ha vinto il più bel premio: una macchina fotografica. Dato che Don Brunone si è trasferito a Trichiana, noi ragazzi abbiamo ritenuto giusto ringraziarlo con dei piccoli pensieri, perché ci sentivamo debitori verso di lui poiché per noi è stato come un fratello e un amico. Questi pensieri erano: un paio di scarponi da montagna da parte dei ragazzi del campo scuola, un videoclip ed un remo con la scritta: «Da parte dei ragazzi dell’A.C.R!» Dopo aver salutato Don Brunone e i nostri amici siamo ritornati a casa. E’ stata proprio una bella serata!

Francesca e Jessica (II H)

In pellegrinaggio con don Brunone
Come tutti gli anni, sabato 30 agosto io e mia sorella siamo andate, con i pellegrini di Basalghelle, al Santuario della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza. Siamo partiti alle sei di mattina da Basalghelle e ad ogni capitello che incontravamo recitavamo alcune preghiere. Lungo questo percorso ci hanno accompagnati don Brunone, parroco di Basalghelle, e Graziano Battistella, il custode della chiesa. Il cammino per alcune persone anziane è stato duro ma, essendo sostenute dalla fede e dalla preghiera, tutte sono arrivate alla meta. Una volta arrivati, verso le dieci, ci siamo precipitati al bar a fare colazione.

Successivamente ci siamo confessati per poi assistere alla Santa Messa, celebrata da don Brunone.

Questa esperienza è stata molto interessante e molto coinvolgente e, nonostante la fatica, ci siamo anche divertiti.

Valentina Forlin (III H)

Arrivederci don Brunone
Lunedì 25 agosto 2003, noi ragazzi dell’A.C.R. di Basalghelle e Vallonto ci siamo riuniti presso il Centro Polivalente della Parrocchia, per girare un video da regalare a don Brunone come ricordo, in occasione della sua partenza alla volta di Trichiana. Nel video abbiamo espresso alcuni nostri pensieri di affetto e di ringraziamento per gli anni che ha passato con noi.

La sera seguente ci siamo ritrovati insieme ai ragazzi del campo-scuola per una cena di addio durante la quale abbiamo mangiato, giocato a tombola e consegnato a don Brunone il video.

La serata si è conclusa con una partita a calcetto. Noi vogliamo ricordare don Brunone per la sua vivacità, la sua gentilezza e la sua disponibilità continua verso il prossimo e anche perché ci ha guidato lungo tappe molto importanti della nostra vita: ad esempio la Prima Confessione e la Prima Comunione.

Lo ricorderemo sempre con affetto.

Annamaria (III H)