
Per una decina di anni, fino
agli anni ottanta, con piacere svolse il ruolo di insegnante di religione
nella scuola media "Ippolito Nievo" di Mansuè; da sempre interessato alle
novità tecnologiche come le macchine fotografiche, i registratori, i
proiettori che con audiovisivi utilizzava per la catechesi, coinvolgendo in
questo modo i ragazzi che si sentivano invogliati nella partecipazione.
Collezionista di video
cassette, libri, enciclopedie, ha lasciato al paese un patrimonio culturale
vario e ricco, con monografie d'artisti, guide d’Italia ed enciclopedie di
primaria importanza.
Attento amministratore, ha
saputo chiedere e sensibilizzare tutti i ceti sociali del paese che a loro
volta lo hanno sostenuto ed incentivato. Era persona di carattere riservato,
schivo e si apriva con le poche persone alle quali attribuiva confidenza e
familiarità.
Non dava ascolto a
pettegolezzi e dicerie, ma con discrezione offriva invece consigli,
suggerimenti cercando nella gente la concordia (cum cordis); l'intero paese
si è sentito parte della stessa comunità (COMUNITA’ e’ anche il nome del
giornalino che 1-2 volte all’anno veniva preparato); le famiglie venivano
visitate una volta all’anno in occasione della benedizione delle famiglie e
gli portavano riconoscenza e rispetto.
Amante dl calcio, seguiva ‘Il
calcio minuto per minuto’ ed era uno dei modi per rilassarsi alla domenica.
Uno dei passatempi preferiti
era la cura del vino; don Giuseppe sapeva ‘lavorare’ il vino del ‘fitual’
con maestria, costanza e sapienza. Doti che evidenziava ancor di più per
quel ‘passito’ che bisognava curare dalla raccolta, alla passitura, alla
spremitura, per lungo tempo quasi acino ad acino. |