Napoli, 17 aprile 1882
Comincia la corrispondenza tra Vittoria ed Antonio
Fogazzaro da Napoli, dove gli Aganoor vissero un certo periodo dal gennaio
1875. Qui in via Monte di Dio vive il suo futuro cognato il duca Francesco
Mirelli che sposerà Virginia Aganoor il 26 ottobre 1892 a Basalghelle. Con
molta umiltà, quasi in punta di piedi, la nostra scrittrice presentandosi, si
rivela “una bambina” che parla con un “grande”, l’affermato
scrittore italiano che ha già pubblicato il suo famoso romanzo “Malombra”.
Vittoria chiede che Fogazzaro “mago che legge nei cuori” si degni di
continuare a corrispondere con lei scrittrice di poesie. Potrebbe apparire “sciocchina”
per le “cose stupefacenti” che scrive, ma sa di essere capita anche
attraverso le parole ispirate di un sonetto inviato per l’occasione.
Napoli 17 Aprile '82
Vorrei saperle dire tante di quelle belle parole profonde
che fanno impressione e che piacciono tanto. Ma si figuri che io fin da
bambina colle amichette della mia età passavo per una bambina come tutte le
altre, colle grandi invece per una sciocchina ridicola, perché colle
mie compagne ero io e non mi davo pensiero di comparire da più, colle grandi
invece provavo una certa smania di mettermi a loro livello, e a farlo
credevo che il mezzo unico fosse il dire cose stupefacenti;
naturalmente a furia di studiarle venivano fuori tanto contorte e grottesche
da far morire dal ridere. Tutto questo le importerà molto poco, ma glielo ho
detto perché prendendo la penna per scrivere mi sono riveduta e risentita un
momento bambina dinanzi alle grandi, desiderando con tutta l'anima
d'essere un palmo, almeno un palmo, più alta, e avere anch' io quelle belle
vesti lunghe, e quel portamento di dea, e quelle movenze così nobilmente
stanche e poi quei tanti bei raggi negli occhi e quei tanti bei sorrisi sulle
labbra, raggi e sorrisi così diversi da quelli delle mie piccole amiche. Il
fatto è che la sua lettera gentile mi ha fatto un grande piacere che non
avevo ancora provato mai, solo a volerglielo dire con parole proprie alla
novità del sentimento, rischierei di fare quella tal figura che le ho detto
prima. Con Lei però non c' è bisogno di molta fatica per farsi intendere,
che Lei è qualcosa di molto simile a un mago che legge in fondo in fondo nei
cuori di tutti come in un libro.
Dunque scriverà un altro romanzo? Che audacia dopo
"Malombra"! -Ora se continuassi ridiventerei proprio la bimba
ridicola che vuoI dire cose stupefacenti per mettersi al livello delle grandi.
Lei mi scusi, e accetti i miei poveri ringraziamenti per l'indulgenza e la
lettera.
Vittoria Aganoor.
Non ho detto a mia sorella del suo speciale saluto; glielo
confesso perchè Ella sappia che se sono detestabilmente invidiosa ed
esclusiva sono pure sincera. Non sapevo del suo viaggio aRoma e quel sonetto
m'è nato da un pensiero strano che Le dirò solo di qui a dieci o quindici
anni, e Lei riderà riderà.