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Con
la mia famiglia, già da qualche anno, progettavamo una vacanza diversa
dal solito nel Centro Italia. Quest’estate, finalmente, abbiamo
realizzato il nostro sogno. La scelta è caduta sull’Umbria, vista la
ricchezza di città d’arte e la bellezza del paesaggio. L’occasione
è stata l’invito di alcuni parenti ad andare a trovarli a Città di
Castello, suggestiva cittadina situata sul confine tra Umbria e Toscana.
Prima di partire i miei genitori mi dissero che lì avrei conosciuto
Piero. «Chi è Piero?» vi chiederete, come del resto mi sono chiesta
anch’io. Non è un parente e neppure un conoscente, ma sicuramente
può diventare un amico. Si tratta di Piero della Francesca, un famoso
pittore vissuto fra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. La prima
tappa è stata proprio la città natale dell’artista: Borgo San
Sepolcro, dove si può visitare la casa dove nacque e visse. L’antico
Palazzo della Residenza è ora Museo Civico e raccoglie tutti i
capolavori che Piero ha lasciato alla città natale: il Polittico
della Misericordia, con la splendida Crocifissione, il San
Giuliano e la celebre Risurrezione.
Altra
bella cittadina che abbiamo visitato è Monterchi, dove Piero, nella
Cappella cimiteriale, ha affrescato la Madonna del Parto, una
delle sue opere più bella e una delle più originali del ‘400: vi è
raffigurata la Madonna gravida con un abito rinascimentale. Ora l’affresco,
staccato dalla sede originaria e restaurato, è conservato ed esposto in
un’area attrezzata.
Terza tappa del nostro viaggio è stata la bellissima
città di Arezzo, dove si trova l’opera più
famosa e significativa di questo pittore. Gli affreschi della Vera
Croce. Per capire bene il significato di questo ciclo di affreschi
bisogna conoscere la Leggenda della Vera Croce: «Adamo morente
inviò il figlio Seth dall’arcangelo Michele per avere l’Olio della
Misericordia, ma questi consegna al giovane i semi dell’Albero della
Conoscenza, che devono essere messi in bocca ad Adamo quando sarà
seppellito. Ne nascerà l’albero da cui sarà ricavato il legno della
Croce. Secoli dopo, il re Salomone fa recidere questo albero, ma non
riuscendo a lavorarlo, lo butta via.
La Regina di Saba, in
visita a Salomone, gli spiega l’uso che ne verrà fatto e che lei
conosce grazie ad un sogno premonitore: con quel legno verrà costruita
la Croce di Gesù. Salomone lo fa allora seppellire, ma la storia fa il
suo corso. Il tempo passa e l’imperatore Costantino, alla vigilia
della guerra contro Massenzio, sogna che vincerà nel nome della Croce e
infatti mette in fuga l’avversario. Sarà Elena, madre di Costantino,
a ritrovare la Vera Croce, grazie alla confessione di un Ebreo.
Disseppellite sul Calvario le tre croci, quella di Cristo viene
riconosciuta perché fa resuscitare un giovane che si trovava nelle sue
vicinanze. La vicenda prosegue con la battaglia fra l’imperatore
Eraclio e il re persiano Cosroe, che viene decapitato per aver profanato
la Croce. Infine Eraclio riporta la Vera Croce a Gerusalemme». Ebbene
gli affreschi dell’artista rappresentano questa storia in modo “moderno”,
ossia in sequenza, come se fossero le vignette di un fumetto. Questa è
stata l’ultima opera di Piero che ho potuto ammirare, poiché non ce
ne sono altre in questa regione.
La
vacanza, comunque, non era finita. Ho potuto visitare la magnifica
Basilica di S. Francesco, ad Assisi, affrescata da Giotto, Cimabue e
altri artisti. La basilica è divisa in due arti: la Basilica Superiore
e la Basilica Inferiore. Nella Chiesa Inferiore si può ammirare la
Madonna col Bambino in trono e S. Francesco di Cimabue, forse la
più realistica immagine del Santo.
La Chiesa Superiore, seriamente danneggiata da un
recente terremoto, è ancora in via di restauro.
Molto
suggestiva è stata la visita all’Eremo delle Carceri, luogo dove S.
Francesco si ritirava a pregare. Immerso in un folto bosco di lecci, vi
è il convento costruito da S. Bernardino sul luogo di un preesistente
Oratorio; non lontano vi sono le grotte degli eremiti, fra cui anche
quella che fu di Francesco, decorata esternamente con il celebre
affresco della sua predica agli uccelli. All’interno si possono vedere
il letto di pietra e il sasso sul quale il Santo meditava.
Altra magnifica cittadina umbra è Gubbio, dove ho
potuto visitare il Palazzo dei Consoli, valorizzato dalla
magnifica cornice della Piazza Grande. All’interno della
Cappella del Palazzo, sono conservate le famosissime Tavole Eugubine,
rinvenute nel 1444. Si tratta di sette lastre di bronzo, scritte in
latino e in alfabeto umbro di derivazione etrusca. Hanno grande valore
storico e documentario, poiché trattano temi legati al culto e all’ordinamento
civico. Anche il paesaggio naturale dell’Umbria è splendido.
Sono rimasta colpita dal Lago Trasimeno, che ho attraversato in battello
per raggiungere l’Isola Maggiore, ricoperta di ameni boschetti di
ulivi, lecci e cipressi e popolati di fagiani e di volpi. Caratteristica
dell’isola è la produzione artigianale di “merletti” che
ricordano la veneziana Burano. Ultima tappa del mio viaggio in Umbria è
stata la Cascata delle Marmore, uno spettacolo veramente suggestivo,
considerando che si tratta di un’opera dell’uomo. A tutti voi
consiglio di visitare l’Umbria e la Toscana, che sono indubbiamente
fra le mete più interessanti della nostra Italia.
Sara Sandri (II H) |
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