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Basalghelle

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7 DICEMBRE 1887

Andriana sta attraversando un momento di particolare angoscia e tristezza, forse perché vede che i suoi figli crescendo, per motivi di studio e di lavoro sono sempre più spesso lontani da casa, e per questo non è più serena come un tempo. Vittoria la rassicura con parole prima forti ed amichevoli, poi spiegando che sicuramente il figlio Andrea tra i soldati italiani in Africa si troverà a suo agio sia per il clima che per l’ambiente militare, non essendoci in vista pericoli di guerra. La poetessa invita l’amica a stare allegra, a ritrovare il sorriso e a farle visita per alcuni giorni a Basalghelle dove troverà sua madre Giuseppina e le altre sorelle pronte a dirle parole serene di chi vede il vero senza nebbie.


Basalghelle, 7 dicembre 1887

Mia sempre più cara Andriana

E’ stata una vera festa l’arrivo delle tue quattro lettere. Come sei buona come sei affettuosa. So i pacchi di telegrammi, di biglietti, di epistole a cui tu devi rispondere in questi giorni e l’aver tu trovato maniera di mandare a ciascuna di noi una tua parola, ci prova la tua schietta amicizia. Solo avrei voluto trovare in questi fogli tanta serenità.

Dov’è la forza, la fede, il volere della tua anima. E che ragione c’è di torturarsi con fantasie e (timori infondati? Ho una gran voglia di farti la predica, di sgridarti senza pietà, di dirtene di tutti i colori, perché non si ha diritto di esser tristi senza ragione, o per mali che con l’idea ci creiamo. Ragioniamo un poco ti prego: Tutti i tuoi figlioli stanno bene; Gino va, come vedi avvicinandosi a noi e chi sa quanto presto potrà rivederlo; Nicola è a Monaco contento e desideroso di farsi onore. Geppino continuerà brillantemente i suoi studi come ha fatto fin qui, con sempre crescente compiacimento e plauso dei suoi maestri. La Contessa Teresa sta bene, il Conte Pino e la Tea cara ti sono vicini. Solo Andrea, perché più lontano e in condizioni speciali, ti dà qualche pensiero. Ma vediamo un poco a che cosa debbono ridursi le tue apprensioni.

In quanto alla temperatura, questa per l’Africa è la stagione migliore; la salute laggiù è buonissima e il caldo tutt’altro che intollerabile. In quanto alla probabilità di guerra con quei signori mi pare vadano sempre più allontanandosi e ad ogni modo per ora niente.

Vedo che si divertono i nostri bravi soldati e non lasciano posto a melanconie di sorta. Leggo resoconti di banchetti, di tombole, di luminarie, di riviste brillanti, un forte buonumore presiede alle riunioni di quei nostri figli e fratelli; palesemente una forza benefica è in mezzo a loro e noi non dobbiamo assolutamente temere per essi. Pensa oltre a questo di quanto onore tornò al tuo Andrea quella sua decisione, pensa che senza qualche sacrificio e senza qualche materno dolore è impossibile a un nobile cuore aprirsi nel mondo una libera via, è impossibile acquistarsi il diritto di portar alta la fronte e affermare audacemente la propria fede qualunque essa sia. Pensa a tutto questo mia forte, mia incomparabile amica e ritrova la calma, e ritrova il sorriso che illumina intorno a te tutti, quel sorriso che quando sparisce fa tutti invece tristissimi, anche la tua tea che pure è la gioia incarnata.

Ti prego ascoltami e se vuoi essere buona buona devi venire e presto ma non per poche ore, per giorni, per tanti giorni e vedrai, ti vorremmo tanto bene, ti diremo parole serene di chi vede il vero senza nebbie che sono speciali dei materni timori, delle materne ansie e fanno d’un paesaggio ridente un triste paesaggio invernale, e fanno d’un cielo limpido una cappa di cenere. Dunque vieni ! Te ne prega prima di tutti la mamma che capisce e compatisce più d’ogni altro le tue pene. Baciami ti prego la Tea che ringrazio dei fiori e che spero vivamente di poter vedere presto presto qui con te; a te mando un’infinità di carezze e di prediche, e di sgridatine spietate. Sta allegra cara cara te ne prega

la tua Vittoria

Io ho scritto un mese fa un lunghissimo letterone a Gino. Non so se l’avrà ricevuto.