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19 MAGGIO 1888

Dolorosissimi sono i giorni della morte del comune amatissimo maestro l’Abate Giacomo Zanella di cui Vittoria descrive la grandezza d’animo e la personalità spiccata di amico impareggiabile e si rincresce di non averlo più incontrato di recente. Rientrata da una gita serena apprende dalla madre, che le porge il telegramma del fratello di lui, la mesta e triste notizia. Più volte riguarda la sua ultima cartolina. La fede le dice che egli ora è felice, lui, caro, buono, santo amico! Vittoria ha tanta riconoscenza verso Giacomo Zanella.
Vittoria è preoccupata per la madre e le sorelle che soffrono tanto per questo colpo inatteso. L’amicizia con Andriana l’aiuta in questo momento a superare l’"ora acerba dello schianto".


Basalghelle,19 maggio 1888

Cara creatura buona. _ Io ti ringrazio d’esserti ricordata di me, di noi, subito, in questi giorni dolorosissimi..Io non so ancora, io non intendo ancora bene; mi dicono, sì mi scrivono che non c’è più niente di lui, delle sue parole, della sua persona, del maestro caro, venerato, adorato, dell’amico impareggiabile…Io da ieri questo l’ho letto tante e tante volte, e mi sono guardata intorno come se tante ombre mi venissero vicino, come se una gran rivina di ricordi, di affetti, di speranze, si fosse fatta d’un tratto; io non so ti ripeto, io non so dire, perché ancora non intendo bene. Come, come ? Ieri capisci, tornavamo da una gita serena a un paesetto vicino; la mamma sentendosi stanca era rimasta in casa: arriviamo, non vedo la mamma; viene poi, lenta, triste, gli occhi strani. Cos’hai? Dico. Niente dice lei, e si volta, e la vedo piangere; poi un nome, Zanella_._ E’ malato chiedo?, non risponde. E’ morto?… mi porge un telegramma, un telegramma del fratello di lui.

Oh che dolore Andriana che dolore! …

Da questo maggio, dal maggio dell’anno scorso non lo vidi più. La sua ultima cartolina postale, è dell’otto marzo di quest’anno; tra le altre cose affettuose mi diceva; "Per ora non si muova, le scriverò io quando potrò vederla; non voglio con questo brutto tempo invernale che abbia a porsi in via."_

Ho qui; qui dinanzi agli occhi, qui vicino alle mani quella sua cartolina, toccata da lui, scritta da lui. Oh fossi andata, subito, subito, a verderlo almeno un’ultima volta; a sentirlo parlare un’ultima volta, a vederlo sorridere come un tempo, quel caro tempo_ _ Che orribile, che orrenda cosa la vita Andriana, che brutti pensieri vengono talora, che smania che tutto finisca d’un tratto, la speranza e il dolore con noi!

No no, s’egli ci sentisse ne soffrirebbe. Egli ora prega per noi, non è vero Andriana ? E’ felice lui, caro, buono, santo amico, anima cara!

Siamo tutti desolati e la mamma per cui Zanella aveva un affetto di fratello e che lo ricambiava puoi figurarti con intensità di gratitudine e di tenerezza riconoscente, anche per tutto il bene che fece a noi, avviandoci negli studi e proseguendoci di cure e d’affetto paterno; la mamma dico è proprio affranta da questo colpo inatteso. E’ dirti che vorrei con tutta l’anima venire da te ma non posso muovermi, ansiosa come sono di vedere la mamma meglio e convinta che il vedersi specialmente in questi giorni, mancare intorno qualcuno di noi le sarebbe gravissimo.

Io intanto ti ringrazio proprio con pienezza di riconoscenza per questa tua lettera che mi assicura del tuo affetto. Ti ringrazio della premura delicatamente tenera che è nelle tue parole di amica vera e squisitamente buona e affezzionata. Coraggio coraggio e vogliamoci bene, vogliamoci bene ti prego sempre sempre, è così continuo così continuo il soffrire, che guai guai se chi amiamo non ci soccorresse nell’ora più acerba dello schianto!

Grazie ancora e ancora anche per parte di tutti. Da me prendi un bacio, che ti dica tutto e bacia ti prego la Teodora per me.

Scusa se non ho la testa per scrivere più ordinato, scusami tutto ancora. Un bacio dalla tua Vittoria.