Basalghelle, 5 maggio 1886
Già da due anni Vittoria vive con tutta la sua famiglia a
Basalghelle. Anche dal “suo eremo” desidera continuare serenamente la
corrispondenza col Fogazzaro sempre tanto impegnato nello scrivere romanzi.
Con felice furbizia, vivacità di parola e scioltezza di esempi, con frasi
come “benedetta signorina” e “come un pretino morente”, Vittoria cerca
di captare a se nel verde maggio primaverile di Villa Aganoor, l’interesse
del famoso scrittore italiano di cui stima ed ammira decisamente il lavoro e
le opere.
Gentile Signore,
prima di tutto La ringrazio tanto e poi Le chiedo scusa di
averle estorto in certo modo un poco del suo tempo prezioso.
Ella si sarà detto: Questa benedetta signorina vuole per
forza che almeno ogni paio d'anni io mi rammenti di lei, e adesso cerca
impietosirmi come un pretino morente; più tardi mi costringe ad
accorgermi dei suoi entusiasmi per i miei lavori, e finalmente a corto di
mezzi mi fa chiedere perfino il nome e non so quante altre cose d'una rivista
che, per mia disgrazia, m'ha mandata lei stessa, non saprei quanti secoli
fa".
Bene; in tutto questo discorsetto mentale che si è fatto
di certo, c' è una parte di vero, meno però quest'ultima; il nome di quella
rivista glielo ho chiesto proprio senza secondi fini e mi è anzi
rincresciuto assai dovermi rivolgere a Lei dandole così una seccatura ma per
certe ragioni non potevo rivolgermi ad altri e perchè mi si pregava di quella
notizia dovetti per scarico di coscienza chiederne a chi poteva. Ella
dunque mi perdoni La prego e creda alla mia viva riconoscenza per questo Suo
dono prezioso. La Mamma e le sorelle ricambiano i Suoi saluti io ringraziando
ancora La prego di tenermi per
aff.a Vittoria Aganoor