Tanto caro Amico ..
Che gran piacere ho provato rivedendo il suo caratterino
sulla punta! Da che fui malata e scrivo tanto poco, mi pare che molti amici mi
abbiano dimenticata e tanto più mi rallegro se taluni di essi e fra i più
amati, tornano a rammentarsi di me.
Sono grata doppiamente all'Haendler, che non conosco, e
perche traduce i miei versi, e più perché debbo a lui questa Sua lettera.
lo torno con più vivo desiderio sempre, alle cose lontane,
alle care ricordanze di giovinezza; e proprio in questi giorni, avendo io quì
con me una mia dolce cognatina (tanto simile per indole a Edith) mi feci
rileggere da lei Malombra.
Fu in Napoli che lo lessi per la prima volta, e insieme
alle scene dolci o tragiche del Lago, o dei Bastioni, traverso i dialoghi del
buon prete e dei suoi ospiti odi Silla e di Edith ecc. io rivedevo la finestra
di quella mia stanza lassù che dava su un vallone delizioso del Vomero, e si
sentiva quell'aria di primavera che veniva dall'esterno e di quell'altra
primavera che era nell'anima mia, e nel mio sangue giovane. Quanta melanconia
al confronto!
lo sto meglio assai, ma ho sempre bisogno di molti
riguardi, e il mio bel vigore passato è un bel ricordo. Per di più ecco
l'inverno, e occorre davvero un po' di sole d'amicizia a riscaldarci e
rinfrancarci contro gli assalti della tristezza. Ma il Malombra è
sempre fresco e giovane e fiammeggiante di bellezza e di passione; sempre il romanzo
dei romanzi, secondo me, dove è tutto l'impeto e la baldanza d'un ingegno
senza paura d'oblio.
Mi ricordi ai Suoi e mi voglia sempre un poco di bene. La
sua vecchia amica
Vittoria Aganoor Pompilj