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Perugia, 13 giugno 1903

Vittoria scrive ad Antonio Fogazzaro l’amarezza per le tremende accuse rivolte a Guido che da più di vent’anni lotta “evitando il delitto” del prosciugamento del “suo” Trasimeno, sicura che l’amico letterato saprà capire l’immane lavoro svolto dal suo carissimo marito. E’ una lettera velata di tristezza che cerca nell’amico fedele un po’ di comprensione per lo sforzo dei “lavori ideati e diretti“ del nono emissario per salvare il Lago, sicura che saprà capire la grandezza d’animo del marito Guido Pompilj.


Perugia 10 Ott. 1903

Eccellente amico.

lo avrei voluto ch'Ella fosse quì [sic], a vedere l'immensa mortificazione di Guido quando gli lessi le parole che 10 riguardavano a proposito del "Suo Lago". Come? .. Si lavora, si soffre, si combatte per 20 ( dico venti) anni, consacrando la propria volontà, la forza, l'ingegno, la giovinezza intera perché un delitto sia evitato, perché una profanazione non venga compiuta, e poi, da chi più si ambirebbe essere approvati, eccoci giudicati rei d'una colpa che non abbiamo, nonché sognata, mai perdonata a chi solo ne ebbe la codarda intenzione!". Su per giù fu questo il suo monologo fatto con accento d'ineffabile sconforto. lo gli dissi: Senti: riconosco in Fogazzaro un peccatore, perche ignora le tue battaglie contro chi osò un tempo proporre il prosciugamento del Lago, e i lavori ideati e diretti da te per renderne sane le rive col nono emissario ecc. ecc. ecc. Ma la penitenza è pronta. Mandagli tutti gli scritti che dicono la leggenda lunga dei tuoi combattimenti e delle tue vittorie; e faremo in modo che non possa non leggerli; io lo investirò ogni tanto, gli chiederò ogni tanto qualcosa in proposito per sondare le sue cognizioni sull ' argomento, lo metterò in croce, lo abbevererò di veleno. Ti basta? Rise ma l'idea di mandarLe i Suoi opuscoli Trasimenici gli parve buona, e lo vidi subito rasserenato... S'Ella non vuole e non può leggerli, sappia dunque in succinto, che Guido, inorridito alle proposte di venale gente, cioè alle minacce di prosciugare il Trasimeno perché i vecchi emissari erano rovinati, e le rive paludose ecc. ecc., parlò, predicò, lottò, e giunse a far accettare il progetto di fare un nuovo emissario bonificando le rive ecc. ecc. e salvando così il "Suo Lago".

Il successo pieno coronò la sua idea dopo vent'anni di battaglie. lo cantai alla meglio le sue gesta in una lirica che Le mando come supplemento di penitenza. Ella L' avrà già letta che s' intende, ma giacche se I' è scordata, faccia il favore di rileggerla.

Ah, quella Sarfatti... cioè quel Sarfatti non mi piace davvero. Speriamo che la cognata sia altra cosa. Si, verrò l'anno venturo a Valsolda, ma non dica niente "agli altri"; sarebbero capaci poi di rimproverarla così: "Se son queste le Muse che ci porti, fa il santo piacere di lasciarci parlare in solitudine con le mente e i timi della tua montagna".

Mi ricordi a tutti i suoi e mi tenga per Sua antica ammiratrice ed amica

Vittoria Aganoor Pompilj. Omaggi da Guido