Home
Su
Anno 2001
Anno 2002

OTTOBRE 2001
Home Pag. 1 Pag.2 Pag.3 Pag.4 Pag.5 Pag.6 Pag.7 Pag.8 Pag.9 Pag.10 Pag.11 Pag.12 Pag.13 Pag.14 Pag.15 Pag.16 Pag.17 Pag.18 Pag.19 Pag.20 Pag.21

Con la mia famiglia, già da qualche anno, progettavamo una vacanza diversa dal solito nel Centro Italia. Quest’estate, finalmente, abbiamo realizzato il nostro sogno. La scelta è caduta sull’Umbria, vista la ricchezza di città d’arte e la bellezza del paesaggio. L’occasione è stata l’invito di alcuni parenti ad andare a trovarli a Città di Castello, suggestiva cittadina situata sul confine tra Umbria e Toscana. Prima di partire i miei genitori mi dissero che lì avrei conosciuto Piero. «Chi è Piero?» vi chiederete, come del resto mi sono chiesta anch’io. Non è un parente e neppure un conoscente, ma sicuramente può diventare un amico. Si tratta di Piero della Francesca, un famoso pittore vissuto fra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. La prima tappa è stata proprio la città natale dell’artista: Borgo San Sepolcro, dove si può visitare la casa dove nacque e visse. L’antico Palazzo della Residenza è ora Museo Civico e raccoglie tutti i capolavori che Piero ha lasciato alla città natale: il Polittico della Misericordia, con la splendida Crocifissione, il San Giuliano e la celebre Risurrezione.

Altra bella cittadina che abbiamo visitato è Monterchi, dove Piero, nella Cappella cimiteriale, ha affrescato la Madonna del Parto, una delle sue opere più bella e una delle più originali del ‘400: vi è raffigurata la Madonna gravida con un abito rinascimentale. Ora l’affresco, staccato dalla sede originaria e restaurato, è conservato ed esposto in un’area attrezzata.

Terza tappa del nostro viaggio è stata la bellissima città di Arezzo, dove si trova l’opera più famosa e significativa di questo pittore. Gli affreschi della Vera Croce. Per capire bene il significato di questo ciclo di affreschi bisogna conoscere la Leggenda della Vera Croce: «Adamo morente inviò il figlio Seth dall’arcangelo Michele per avere l’Olio della Misericordia, ma questi consegna al giovane i semi dell’Albero della Conoscenza, che devono essere messi in bocca ad Adamo quando sarà seppellito. Ne nascerà l’albero da cui sarà ricavato il legno della Croce. Secoli dopo, il re Salomone fa recidere questo albero, ma non riuscendo a lavorarlo, lo butta via. 
La Regina di Saba, in visita a Salomone, gli spiega l’uso che ne verrà fatto e che lei conosce grazie ad un sogno premonitore: con quel legno verrà costruita la Croce di Gesù. Salomone lo fa allora seppellire, ma la storia fa il suo corso. Il tempo passa e l’imperatore Costantino, alla vigilia della guerra contro Massenzio, sogna che vincerà nel nome della Croce e infatti mette in fuga l’avversario. Sarà Elena, madre di Costantino, a ritrovare la Vera Croce, grazie alla confessione di un Ebreo. Disseppellite sul Calvario le tre croci, quella di Cristo viene riconosciuta perché fa resuscitare un giovane che si trovava nelle sue vicinanze. La vicenda prosegue con la battaglia fra l’imperatore Eraclio e il re persiano Cosroe, che viene decapitato per aver profanato la Croce. Infine Eraclio riporta la Vera Croce a Gerusalemme». Ebbene gli affreschi dell’artista rappresentano questa storia in modo “moderno”, ossia in sequenza, come se fossero le vignette di un fumetto. Questa è stata l’ultima opera di Piero che ho potuto ammirare, poiché non ce ne sono altre in questa regione.

La vacanza, comunque, non era finita. Ho potuto visitare la magnifica Basilica di S. Francesco, ad Assisi, affrescata da Giotto, Cimabue e altri artisti. La basilica è divisa in due arti: la Basilica Superiore e la Basilica Inferiore. Nella Chiesa Inferiore si può ammirare la Madonna col Bambino in trono e S. Francesco di Cimabue, forse la più realistica immagine del Santo.

La Chiesa Superiore, seriamente danneggiata da un recente terremoto, è ancora in via di restauro.

Molto suggestiva è stata la visita all’Eremo delle Carceri, luogo dove S. Francesco si ritirava a pregare. Immerso in un folto bosco di lecci, vi è il convento costruito da S. Bernardino sul luogo di un preesistente Oratorio; non lontano vi sono le grotte degli eremiti, fra cui anche quella che fu di Francesco, decorata esternamente con il celebre affresco della sua predica agli uccelli. All’interno si possono vedere il letto di pietra e il sasso sul quale il Santo meditava.

Altra magnifica cittadina umbra è Gubbio, dove ho potuto visitare il Palazzo dei Consoli, valorizzato dalla magnifica cornice della Piazza Grande. All’interno della Cappella del Palazzo, sono conservate le famosissime Tavole Eugubine, rinvenute nel 1444. Si tratta di sette lastre di bronzo, scritte in latino e in alfabeto umbro di derivazione etrusca. Hanno grande valore storico e documentario, poiché trattano temi legati al culto e all’ordinamento civico. Anche il paesaggio naturale dell’Umbria è splendido. Sono rimasta colpita dal Lago Trasimeno, che ho attraversato in battello per raggiungere l’Isola Maggiore, ricoperta di ameni boschetti di ulivi, lecci e cipressi e popolati di fagiani e di volpi. Caratteristica dell’isola è la produzione artigianale di “merletti” che ricordano la veneziana Burano. Ultima tappa del mio viaggio in Umbria è stata la Cascata delle Marmore, uno spettacolo veramente suggestivo, considerando che si tratta di un’opera dell’uomo. A tutti voi consiglio di visitare l’Umbria e la Toscana, che sono indubbiamente fra le mete più interessanti della nostra Italia.

Sara Sandri (II H)