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Tra i figli illustri di Mansuè vanno ricordati Padre Cosma Spessotto, Francesco dall’Ongaro e Vittoria Aganoor.

Padre Cosma Spessotto

Nasce a Mansuè nel 1923, da una famiglia numerosa di mezzadri, residente in via Baite, sulla strada per Basalghelle. Frequenta le classi elementari in paese, entra nel Collegio Serafico dei Fratini a Lonigo e prosegue poi gli studi nei vari collegi di Vicenza e Verona. Ordinato sacerdote nel 1948, arde dal desiderio di partire per le lontane missioni della Cina, ma gli eventi bellici impediscono la realizzazione del suo sogno. Il Santo Padre propone alla Provincia Francescana del Veneto le nuove missioni dell’America Centrale, soprattutto in El Salvador. Padre Cosma parte per questo Paese, dove inizia subito la sua attività missionaria, introduce la coltivazione della vite, si dedica alla costruzione di una grande chiesa, all’istruzione religiosa, segue gli studenti, gli universitari, i laureati. La guerriglia esplode fra le varie fazioni, la violenza e l’odio vengono presentati come gli unici mezzi per la soluzione dei gravi problemi sociali che affliggono la nazione. Padre Cosma si erge a difesa dei suoi fedeli. Le minacce non si fanno attendere. ”Quel frate deve tacere o ben presto sarà eliminato”.

La sfida è lanciata e la morte decisa. Quando viene barbaramente ucciso un suo giovane laureato, Padre Cosma esprime la sua profonda indignazione. I sicari non si fanno attendere, gli tendono un agguato nei pressi della sua chiesa; il 14 giugno 1980 Padre Cosma cade sotto le raffiche dei mitra.

Vittoria Aganoor

Vittoria Aganoor nasce da una nobilissima e antica famiglia di origine armena. La famiglia Aganoor, trapiantata in Persia nel 1605, passò poi in India, da dove, due secoli dopo, Abramo Aganoor, nonno della poetessa, emigrò in Europa, prima a Parigi, poi a Venezia ed infine a Padova con i tre figli. Dal matrimonio di uno di essi, Edoardo, con Giuseppina Pacini, di nobile famiglia milanese, nacque Vittoria, a Padova nella casa detta ”degli Armeni” in via Prato della Valle, il 26 Maggio 1855. La sua infanzia è vissuta quasi in un sogno orientale, ascoltando le lunghe descrizioni del padre Edoardo (al quale, più tardi, dedicherà la lirica “A mio padre”), discendente di ricchi mercanti armeni di oggetti d’oro, perle preziose, stoffe, animali e spezie esotiche, e venuto dall’India ancora bambino. Aveva quattro sorelle che si chiamavano: Angelica, Maria, Virginia ed Elena.

La bellezza della Aganoor consisteva nell’espressione orientale degli occhi meravigliosi e nel volto incorniciato da fitta e nera capigliatura. Fu amica di grandi poeti e scrittori del suo tempo: Antonio Fogazzaro, Giacomo Zanella, Giosuè Carducci e Giovanni Verga, da lei personalmente conosciuti e da loro apprezzata per la sua arte di fine poetessa. Visse a lungo a Basalghelle, nella residenza di famiglia nota come “Villa Aganoor”.

Morì a Roma il 7 maggio 1910, in seguito ad una grave malattia.

Francesco Dall’Ongaro

A Mansuè nacque Francesco Dall’Ongaro (1808-873), poeta e patriota che godette ai suoi tempi di vasta popolarità nazionale.

Figlio di un oste, entrò in seminario a Venezia, poi lasciò l’abito talare e fu patriota e giornalista, prima a Trieste, dove fondò “La Favilla”, quindi a Venezia.

Fu combattente a Venezia e nella Repubblica Romana. Esiliato dopo il ’48, si stabilì nel Canton Ticino, Belgio e Francia. Nel ‘59 ritornò a Firenze, dove svolse attività di critico e letterato.

Si trasferì quindi a Napoli dove morì.

Verseggiatore fecondo, della sua vasta produzione si ricordano gli stornelli patriottici e le ballate. Diceva di “scrivere per credere e sperare nel domani”. Ma quando vide cadere le illusioni, impugnò la satira contro tutte le forme di autorità civile ed ecclesiastica. La sua penna instancabile sfornò stornelli, drammi, ballate e novelle. Al folto gruppo dei drammi appartengono: “Il fornaretto”, ”I Dalmati”, ”L’ultimo Barone”, ”Bianca Capello”, ”L’ultima sibilla”.

In margine all’attività teatrale scrisse gli” Inni Sacri” e le “Quattro Odi all’amica ideale”. Fra le novelle troviamo; ”La Pianella Perduta”, ”La Rosa dell’Alpi”, ”Due Madri”, ”Geremia del Venerdì”. Fu anche autore della biografia di Bettino Ricasoli e della commedia “Paganini e la sua ombra”.