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L'ALBA DI UN IDEALE

   

Un giorno la sua amica più intima le dice : «Domani parto per il Noviziato!».
«Come ti vorrei seguire...» e negli occhi spuntano le prime lacrime.
All'oratorio la vocazione ha un modello ben preciso : le Suore Francescane Angeline.
Chiamate a Mansuè nell'aprile del 1921 da Monsignor Beccegatto, Vescovo di Ceneda, l'attuale Vittorio Veneto, vi avevano aperto una scuola materna, laboratorio e oratorio festivo che raccoglieva tutte le ragazze del paese.
La loro vita portava il timbro della semplicità e la gioia che esse diffondevano dimostrava che davvero Dio basta a rendere felice il cuore. Davano così la miglior testimonianza della vita religiosa. Erano prudenti e rispettose di qualsiasi disegno divino riuscissero a intravvedere all'orizzonte delle ragazze che frequentavano l'oratorio.
Giustina si innamora di quell'ideale così ben incarnato dalle sue Suore: sente prima in forma confusa il desiderio di un amore totalizzante a cui dare, senza riserve, tutta se stessa.
Anche la sofferenza che racchiude in cuore sembra meno pungente, comincia a capire che le lacerazioni più profonde sono doni preziosi, se sublimati dalla fede.
In seguito la preghiera più intensa e la riflessione danno una connotazione precisa al suo ideale: Cristo è tutto per lei, Cristo l'ama ed ella vuole donare a Lui tutta la sua vita.
Prende forma il desiderio di imitare Cristo nel suo sacrificio, nella sua immolazione e si impegna concretamente a piegare la sua volontà, accettando volentieri la fatica del lavoro quotidiano; diventa più mite, disposta sempre a mille umili servizi, al sacrificio silenzioso. E quanto percepisce nell'intimo del suo cuore le è sufficiente per dire a se stessa che è felice di sentirsi chiamata all'ideale francescano. Il pensiero di appartenere interamente a Gesù la commuove e l'entusiasma; il suo cuore ormai è orientato al Maestro, la cui voce si fa sempre più viva e imperiosa. Una segreta, tacita e profonda gioia invade la sua anima.

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Scuola Materna: presso le Suore dell'asilo, negli incontri domenicali,
la chiamata matura, prende un volto, uno stile.

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