Per comprendere che cosa sia
un Noviziato, bisognerebbe visitarlo nei momenti più espressivi
della sua vita, diversamente è fin troppo facile fermarsi alle
prime e superficiali impressioni : mortificazioni, ritmo di
preghiere ripetuto all'infinito, stanze e corridoi gelidi...
Ma c'è da scoprire la vera anima del Noviziato che si ripeterà
poi sempre per tutta la vita religiosa, anche se con intensità
diversa: è un'esperienza interiore all'insegna della felicità e
della gioia, E' coscienza di aver trovato in Dio tutto l'amore
che si desidera e nelle creature i segni di questa particolare
amicizia.
Giustina non deve spegnere la gioia che le canta in cuore e non
rimane delusa.
«La Rev.da Madre — scrive al fratello — mi ha accolto con un
larghissimo sorriso. Lo stesso hanno fatto le altre consorelle.
L'ambiente è carico di pace, di serenità. Dio è in tutti gli
angoli».
Per il resto niente è cambiato : la preghiera, il lavoro, la
compagnia delle sorelle, lo studio.
Ma il periodo del Noviziato resta pur sempre un periodo di
prova, in cui la vocazione riceve il primo collaudo e la virtù
deve irrobustirsi nella prova. Ci sono in Giustina tanta bontà e
tanto entusiasmo, ma anche angoli da smussare : al Noviziato non
è arrivata perfetta.
È assurdo pensare che la santità sia una tendenza naturale che
nasca e si sviluppi spontaneamente : la perfezione è una
conquista della volontà che collabora con la grazia divina.
Giustina non lascia alcuno scritto di questo periodo, ma le
testimonianze sono concordi nel riferire di questa sua
quotidiana conquista.
«Madre Maestra non riuscì mai a cogliere dalle sue labbra una
lagnanza», scrive una sua consorella, «non perdeva mai la
serenità».
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