Ma non è ancora la fine.
Trascorre tutto il mese di maggio e anche giugno volge al
termine, nella sofferenza più atroce e nell'abbandono più
assoluto.
Umiltà e gioia fanno da cornice al dono che ora viene ratificato
come messaggio da consegnare alla sua Comunità, quasi testamento
spirituale. Sono le ultime ore della sua sofferenza.
«Come sento Gesù vicino a me! Oh Madre, se potessi morire in
questo momento, abbraccerei il cuore di Gesù che mi porterebbe
subito in Paradiso».
Ad un tratto scorge la Superiora piangere sommessamente. «No,
Madre, non pianga perché vado subito in Paradiso» — e poco dopo:
«Madre, sento in cuore una immensa riconoscenza, penso che io
non ho fatto nulla per la Comunità e loro fanno tanti sacrifici
per me: quanta carità mi usano! Quando sarò in Paradiso dirò a
Gesù tante cose, gli dirò di ricompensarla».
E la Madre : «È troppo poco quello che possiamo donarle, Suor
Eugenia, noi facciamo sacrifici materiali, lei invece ha sempre
offerto i suoi patimenti e le sue sofferenze per la Comunità».
Alla sera, mentre la Superiora sta per lasciare il capezzale, il
respiro si fa più affannoso, ma il discorso di Suor Eugenia è
ancora sullo stesso tono : « Dica a Gesù che mi accresca la
sofferenza. Quanto è bello soffrire! Quanta dolcezza, quanta
tranquillità gode la mia anima. Come si sta bene con Gesù !
Gesù, ti sento continuamente vicino a me, mi fai soffrire, ma mi
dai tanta dolcezza che supera la sofferenza. Ti amo, Gesù, ti
amo! Vuoi godere? Soffra! Soffriamo per poco, ma egli paga per
molto. Sono contenta di soffrire per fare la volontà di Dio.
Soffro per Gesù e per le anime che lo offendono ».
C'è una linea di continuità tra la sua breve vita e quella delle
sue ultime ore : la stessa dimensione d'amore e la stessa
coscienza di essere amata da Dio.
Anche in punto di morte sa di essere nelle sue mani; l'abbandono
è totale. |
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