Arizzano è un dolce paese
adagiato sulle sponde del lago Maggiore. È un paesino ridente,
attraversato da una stradina che prima sembra indugiare tra il
verde della natura per assaporarne la freschezza, poi conduce
dritta dritta al lago per cullarsi al ritmo delle onde e
lambirne la dolcezza.
Qui giunge nell'ottobre 1925 Suor Eugenia.
Anche per lei si ripete il comando evangelico: «Andate e siate
miei testimoni».
Vi arriva con una valigetta di cartone, un passo deciso, con la
curiosità di conoscere tutti e col proposito di amare quel lembo
di terra che Dio affida al cuore di chi sceglie la sua vigna.
Le Suore si occupano dell'asilo infantile, della gioventù
femminile di Azione Cattolica, dell'assistenza dei malati a
domicilio.
Suor Eugenia è destinata alla cucina, a cui si dedica con
intelligenza e amore.
Quando ha tempo libero si occupa dell'orto e della lavanderia. È
trascorso poco tempo dal suo arrivo, quando un giorno, mentre
sola lava la biancheria, si lascia prendere dai dolci ricordi
del Noviziato: la nostalgia si fa più acuta fino a farla
piangere.
Improvvisamente si fa presente al suo spirito l'immagine del
Signore curvo sotto la croce. Ne percepisce la presenza: non si
meraviglierebbe di vederlo in carne ed ossa. Sente d'essere
oggetto del suo sguardo che sembra rimproverarle le lacrime e
insieme incoraggiarla a soffrire con Lui e per Lui.
Il tutto dura pochi istanti, ma sufficienti perché nello sguardo
di Gesù si rianimi il suo cuore: intuisce che l'amore infinito
del Salvatore è siglato in quella croce, ne sente il valore e
sublima la sua sofferenza in un sorriso più luminoso. |
|