Nella consuetudine quotidiana
la fede in molti decade a stanca abitudine; da un giorno
all'altro mente e cuore si riempiono di occupazioni e
preoccupazioni relative al momento che passa, si ha l'illusione
di vivere e, alla sera della vita, ci si ritrova a mani vuote e
con il cuore in frantumi.
Uno scossone risveglia le coscienze, un pericolo immediato
ravviva la fiducia in Dio. Ed è ciò che opera la grande guerra
del '15-'18 : per soldati e civili abbondano sacrifici e rischi,
privazioni e preoccupazioni che diventano pane quotidiano e non
solo in senso figurato. Ma in ogni chiesa, davanti all'altare
della Vergine, i numerosi ceri costantemente accesi ratificano
il ridestarsi di una fede che racchiude in Dio ogni speranza
umana.
Sono tempi duri anche per Giustina.
Alle privazioni già imposte dalle misure belliche, ne aggiunge
altre sue : per i due fratelli combattenti moltiplica preghiere
e sacrifici. Tesa sempre a vedere negli avvenimenti
l'espressione della volontà di Dio, esorta la cugina: «Preghiamo
per i nostri fratelli che combattono e, se il Signore vuole il
sacrificio della vita, che abbiano a salvare l'anima ». È
sensibilissima agli affetti familiari, ama i fratelli con cuore
di madre : si può immaginare la sua sofferenza quando viene a
sapere che sono caduti entrambi in combattimento.
E come se ciò non bastasse, dopo pochi mesi muore anche papa
Luigi. Giustina si sente svuotata, il problema del dolore e
della morte la chiude in una morsa dalla quale vede il mondo
tutto grigio.
Come si può sorridere alla vita quando ci si sente schiantati
negli affetti più cari?
Le giornate riprendono monotone tra casa e campi: riassettare
la cucina e riordinare le camere, lavare e stirare, rastrellare
il fieno e mietere il grano sono le sue mansioni abituali.
Ed è nell'esperienza del dolore e nel contesto di questi umili
servizi che la vocazione si delinea nel suo cuore.
La domenica, nell'incontro con le coetanee all'oratorio, il
progetto si determina con maggior chiarezza. |
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