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C’era una volta, in un regno lontano, un bellissimo principe, molto ricco e amato da tutti. Egli voleva sposare la donna più bella del mondo. Un giorno disse al vecchio padre che sarebbe partito alla ricerca della donna dei suoi sogni. Presi la spada e lo scudo, partì in groppa al suo cavallo bianco, rassicurando suo padre che sarebbe tornato prima della sua morte.

Per molti giorni girò di città in città e vide molte fanciulle affascinanti, ma nessuna gli sembrava la più bella del mondo. Un giorno arrivò presso un bosco dal quale provenivano strani rumori, così decise di andare in esplorazione. All’interno incontrò un enorme ciclope: era veramente un essere mostruoso. Subito tirò fuori la spada per affrontarlo, ma il gigante gli disse: «No, fermo, non voglio farti del male! So che vuoi trovare la donna più bella del mondo e io so dove si trova. Prima però dovrai portarmi l’anello d’oro che si trova in quell’isola laggiù » e indicò con la sua enorme mano una piccola striscia di terra che affiorava dall’acqua a qualche centinaio di metri dalla riva del mare. Il principe cominciò a nuotare, arrivò sull’isola e trovò subito il sentiero che portava in cima ad un colle.

Qui trovò un orso e vide dietro di lui l’anello d’oro. Ucciso l’orso dopo una dura lotta, il principe s’impossessò dell’anello e lo consegnò al ciclope. Costui gli mostrò la strada per raggiungere la fanciulla più bella del mondo e gli disse che l’avrebbe trovata, presso una sorgente, con i capelli lunghi fino ai piedi. Il principe trovò la fanciulla, ma ella, appena lo vide, cominciò a scappare, temendo di lui. Il giovane allora le disse: «Non temere, non voglio farti del male, voglio solo sposarti». Così la fanciulla, rassicurata e affascinata dalla bellezza del principe, accettò. Insieme tornarono al castello, dove il vecchio re li stava pazientemente aspettando. Qui si sposarono e vissero felici e contenti.

Keith Gabriel (I H)

C’era una volta, nel cuore di una fitta e cupa foresta che tutti cercavano di evitare, la dimora di un orco.
Era un essere grande e grosso, spietato e senza cuore, ma con la mania di avere la casa sempre in ordine.
Col tempo cominciò a pensare: «Sono sempre in giro a caccia e a pesca, avrei proprio bisogno di qualcuno che badasse alla casa. Vorrei avere il pavimento sempre pulito, il fuoco acceso quando torno, i piatti e i bicchieri lavati e il bucato lavato e stirato ogni settimana ». Un giorno mentre andava a caccia appostato al limite della foresta, vide arrivare un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo si chiamava Samuele, mentre la ragazza Lisa, essi stavano cercando funghi. Subito furono agguantati e l’orco ritornò contento verso casa. «Eccoci arrivati» - disse depositandoli sul grosso tavolo della cucina - «d’ora in avanti sarete i miei servi. Voglio che qui tutto sia lustro e pulito e in cambio avrete cibo a volontà. Ma attenzione, perché se non mi ubbidirete o cercherete di fuggire, sarete voi a essere mangiati!».
Superato il primo spavento, i ragazzi ubbidirono all’orco, ormai felice di trovare la casa sempre in ordine.
La sera, dopo la cena l’orco cercava di leggere, con grande difficoltà uno strano libro. Un giorno, mentre l’orco era fuori a caccia, Samuele sfogliò il libro. «È un libro di incantesimi» - disse alla sorella guardando le pagine ingiallite - «devo imparare tutte queste formule magiche a memoria per fronteggiare l’orco».

Così fece ogni giorno mentre l’orco era a caccia e la sorellina faceva le faccende di casa e imparò tutte quelle formule magiche. Un giorno Samuele, rivolgendosi a Lisa, disse: «Ecco adesso ne so abbastanza, possiamo anche scappare!». «Ma se l’orco ci trova?» rispose Lisa, «Non preoccuparti, lascia fare a me: so come fare per difenderci», la rassicurò il fratello e, presala per mano, cominciarono a correre. Correvano da più di due ore quando l’orco infuriato li raggiunse. Subito il ragazzo operò il primo degli incantesimi, trasformò se stesso in un laghetto e la sorella in un pesciolino. L’orco, che se li vide scomparire davanti, capì di essere stato giocato, ed esclamò: «Vado subito a prendere una lenza per pescare quel pesce!».

Come si fu allontanato, i due ragazzi tornarono normali, e ripresero a scappare. Ma già l’orco dalle lunghe gambe, era di ritorno e stava per riprenderli, quando Samuele fece il secondo incantesimo. Si trasformò con la sorella in un forno, come quello che i contadini usano in campagna per fare il pane.

L’orco sempre più arrabbiato urlò: «Ah, sei diventato un forno adesso, bene allora così ti brucerò!». E andò a cercare una fascina di legna per accendere il fuoco. I due ragazzi, intanto avevano ripreso la fuga, ma ormai correvano stanchi e senza più fiato. Stavano per essere di nuovo catturati quando, con un terzo incantesimo, il ragazzo mutò se stesso e la sorella in due chicchi di grano mescolati insieme a mille altri chicchi in un’aia. Questa volta l’orco soddisfatto esclamò: “ Ormai siete in trappola perché l’unica magia che sono riuscito a imparare è quella di tramutarmi in gallo ”.

E dopo aver detto tre volte “Chirichicchì” si mise a beccare in fretta il grano. Ma un attimo prima di essere beccati, il ragazzo si trasformò in volpe, saltò addosso al gallo e se lo mangiò.

I due fratelli, dopo alcune ore di cammina furono a casa sani e salvi e Samuele col tempo diventò un grande mago che stupiva tutti con i suoi incantesimi .

Andrea Masutti (I H)