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Giovedì 5 Aprile, noi ragazzi della I H, assieme ai nostri compagni della sezione G siamo andati in gita a Venezia. Abbiamo aspettato quel giorno con ansia pregando tutti i santi della Terra che venisse bel tempo. Purtroppo i santi quel giorno si erano svegliati con la luna storta e hanno mandato giù un vero diluvio, prima a Mansuè (quando siamo partiti ) e poi a Venezia (quando siamo arrivati). Infine si è messo anche Eolo a soffiare la Bora, regalandoci una giornata che più brutta non si poteva avere!!!!

A Venezia, a piedi sotto la pioggia; abbiamo fatto sforzi colossali per trattenere gli ombrelli rovesciati dal vento, tanto che più della metà sono andati rotti. Se vogliamo pensarla in positivo, diciamo che è stata una gita più avvincente e movimentata delle altre, ma anche molto interessante. Arrivati finalmente a Palazzo Grassi, infatti, abbiamo visitato la mostra sugli Etruschi: un allestimento considerevole! Siamo stati divisi in tre gruppi e affidati ad una guida che per prima cosa ci ha spiegato il mistero delle origini etrusche: lo storico greco Erodoto sostenne che gli Etruschi fossero arrivati in Italia dalla Lidia (una regione dell’Asia Minore) e questa tesi fu confermata anche da Livio e Polibio, suoi successori; Dionigi di Alicarnasso, invece, pensava che gli Etruschi fossero una popolazione indigena dell’Italia. A noi comunque, piace pensare che qualcosa di misterioso rimanga sugli Etruschi, come misteriosa appare la Chimera di Arezzo, una scultura bronzea rappresentante un leone che, al posto della coda, aveva un serpente che mangia una testa di capra. Di questa opera d’arte si notano la perfetta struttura del corpo e i particolari. Altre cose interessanti sono state le suppellettili, le urne cinerarie a forma di casa, i vasi, i sarcofagi e gli affreschi ritrovati nelle tombe. Tra le statue più importanti c’erano: l’Apollo di Veio e l’Arringatore; quest’ultima richiama l’arte romana nei vestiti e nei sandali, poiché è stata fatta al tempo delle conquiste romane in Etruria. La statua si chiamava così perché la persona dava la “ringa”, cioè la giustizia. Notevoli erano i ritratti, diversi dalle sculture greche e romane: queste, infatti, rappresentavano le persone nella loro massima giovinezza, con i volti senza rughe e perfetti; i ritratti etruschi invece raffiguravano gli uomini così com’erano. Finita la mostra, che per qualcuno sembrava non concludersi più, siamo usciti. E continuava a diluviare.

Abbiamo così dovuto fare una passeggiata sotto i portici di piazza S. Marco. Da lì potevamo vedere l’esterno della famosa basilica, ma solo un pensiero ci tormentava: era dalle sette di mattina che non mettevamo in bocca nulla…. era ora di mangiare!!! Dopo il tanto atteso spuntino, abbiamo visitato la basilica, famosa per i mosaici stupendi che tappezzano le volte. Finalmente, con tutti i voti favorevoli, siamo saliti sul traghetto che ci ha portati alla stazione degli autobus. L’arrivo a Mansuè era previsto per le 18.30, ma per colpa della pioggia siamo “rincasati” con un’ora di anticipo: che spreco!!!

Nespolo Miriam e Ambrosi Michele (I H)

 

 

 

Il giorno 20 Aprile scorso, noi ragazzi della classe III H, insieme ai ragazzi della II G, accompagnati da alcune professoresse, abbiamo effettuato una gita a Gardone e Sirmione, sullo splendido Garda. Durante la mattinata abbiamo avuto il piacere di visitare la casa di un famoso poeta italiano, Gabriele D’Annunzio. La Prioria, così viene chiamata la casa del poeta, è una meta un po’ particolare e molto suggestiva. Al suo interno abbiamo visitato le varie stanze, tutte con un proprio arredamento. Ci ha molto colpito la sala da pranzo, stanza luminosissima, forse per il suo colore rosso e oro; in essa di particolare vi è la presenza del guscio della tartaruga Cheli che D’Annunzio teneva sul tavolo. Il bagno, realizzato dall’architetto Giò Ponti, ha un colore blu intenso e, al suo interno, presenta ben 900 oggetti disseminati alla rinfusa. Infine ci ha impressionato la “stanza del lebbroso“, che D’Annunzio allestì perché vi fosse posata la propria salma la prima notte della sua morte, non per niente il letto era a forma sia di “bara” che di “culla“! Nel pomeriggio siamo andati a Sirmione dove abbiamo visto le Grotte di Catullo che sono dei resti di una villa Romana, l’esempio più grandioso di un edificio privato signorile di tutta l’Italia Settentrionale. La villa si dice sia stata abitata dal poeta latino Catullo, perché in una sua poesia diceva di avere una casa a Sirmione, ma in realtà una villa del genere può essere appartenuta solo ad una famiglia molto ricca o ad un imperatore. La gita è stata molto interessante, ma una cosa non ci è piaciuta, il ritorno a casa troppo….... presto!!!!!!!

Elisa e Efrem (III H)

 

Io mi sono divertita molto a passeggiare per le vie di Sirmione. Ho visto dei fiori bellissimi e un panorama stupendo.

Sapevo che il lago di Garda è il più grande d’Italia, ma non immaginavo di rimanere così stupita. Nonostante la giornata piovosa, è stata una bella esperienza.

Ilenia (II G)