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“ Dragon Ball “ o non “ Dragon Ball “? Questo è il problema.

Poiché siamo dei fans del cartone giapponese di Akira Toriyama che è diventato una passione per i ragazzi dai 6 ai 26 anni (e oltre), abbiamo voluto fare un sondaggio per vedere quanti nella nostra scuola seguono le avventure di Goku e dei suoi compagni e, più in particolare, quanto e se questa passione coinvolga anche le ragazze.
Dal sondaggio è emerso che è un cartone seguito prevalentemente dai maschi (ben il 77% lo vedono quotidianamente). Le femmine invece sono meno assidue, anche se la percentuale di quelle che lo vedono sempre ammonta al 28% che sommato al 31% di quelle che lo vedono saltuariamente dà quasi un 60% delle ragazze della nostra scuola che conoscono e seguono questo cartone, mica male !

Noi pensiamo che sia prevalentemente seguito dai maschi perché esalta delle caratteristiche e dei comportamenti ritenuti generalmente maschili come: la forza, il coraggio, l’audacia e lo spirito di competizione per affermare la propria superiorità.
Il protagonista di “Dragon Ball” è Goku che proviene dal pianeta Vegeta, che prima di essere distrutto era popolato dai Sayan, un popolo guerriero di cui appunto Goku fa parte e che è giunto sulla Terra con una navicella spaziale prima che il suo pianeta esplodesse. Goku salva ripetutamente la Terra da vari nemici, tutti alieni o cyborg.
Il cartone è intitolato “Dragon Ball” perché le varie vicende ruotano intorno alle 7 magiche sfere del drago che riunite insieme fanno comparire il drago Shenrom che può esaudire qualsiasi desiderio. Infatti, la maggior parte dei nemici di Goku cercano le sfere per diventare immortali o padroni dell’universo, grazie ad esse tuttavia l’umanità viene salvata molte volte.
Nel sondaggio abbiamo anche chiesto quali fossero i personaggi più amati e odiati della serie.
Come immaginavamo ben il 45% di noi ha scelto Goku forse per il suo ruolo principale nella storia, per la sua forza, audacia, simpatia e perché è un personaggio positivo.

I più odiati, invece, sono Super Bu e Mister Satan che si collocano quasi alla pari (intorno al 20%). Super Bu risulta in testa all’elenco per la sua arroganza e prepotenza, invece Mister Satan per la sua presunzione e perché si accredita tutte le vittorie di Goku e dei suoi amici sui cattivi.
Noi siamo attratti da questo cartone perché non è mai ripetitivo, la grafica è bella, le storie molto fantasiose e, nonostante le vicende dominanti siano i combattimenti, ci sono anche molte battute ironiche e scene divertenti.
Da poche settimane è anche iniziata la nuova serie intitolata “Dragon Ball GT” ,che parla delle nuove avventure di Goku alla ricerca delle 7 sfere nere del drago, le quali, se non saranno recuperate entro un anno, condanneranno la terra ad esplodere.Goku in questa serie diverrà anche Super Sayan di quarto livello.

Insomma, chi non avesse mai visto “Dragon Ball” non sa cosa si è perso, ma non è mai troppo tardi…...
è sufficiente qualche puntata per essere travolti da questa passione…....

 

 

a cura di Federico Floriani, Federico Rado e Gabriele Forlin (II H)

 

 

Tramite un sondaggio siamo venuti a conoscenza che la la nostra scuola media è “affetta” (nel vero senso della parola) da onicofagia, ovvero dalla tendenza nevrotica a rosicchiarsi le unghie.
È più diffusa tra le femmine, ma in modo meno “accanito” dei maschi: esse infatti si rosicchiano le unghie sempre entro un limite accettabile di “decenza”, mentre i maschi tendono a distruggersele!! I motivi che gli interpellati ci hanno confessato (il questionario era anonimo) sono sempre gli stessi: predomina il nervosismo in classe (verifiche o interrogazioni) oppure è un vero e proprio vizio, un’abitudine che accompagna il soggetto in ogni momento della giornata, sia a scuola, sia a casa.
Inoltre questa strana malattia è da molti praticata come passa tempo, quando non si sa cosa fare, contro lo stress, ma anche perché le unghie sono troppo lunghe!
Praticamente è una malattia che viene sottovalutata, ma può causare seri danni come l’arresto della crescita dell’unghia, oppure la crescita “in su” dell’unghia.
Per combatterla, invece, ci sono appositi smalti oppure ..…LE PROFESORESSE CHE BRONTOLANO!!!!!!!!!!!!!!! Diana Pasquali (II I)

Verso la fine di Aprile, la prof.ssa Anello ha coinvolto in una nuova gara di logica le classi II G, II H, II A, II B, e naturalmente noi della II I. Così, ci ha proposto il primo problema, di fronte al quale siamo scoppiati a ridere poiché ci sembrava facilissimo.
Ma, immaginate un po’? Abbiamo letteralmente perso subito e così anche la 2 G, 2 H, 2 B. Magra consolazione pensare che non siamo stati gli unici! Il premio è andato quindi alla II A. Che bravi, ma anche …
che FORTUNA !!!

Giulia Casonato (II I)

La guerra in Italia era incominciata nel 1940. Il 20 maggio 1943, all’età di 19 anni, mio nonno Angelo fu chiamato alle armi. Fece 4 mesi di militare a Tarcina, poi venne trasferito a Roma. L’8 settembre 1943 ci fu l’armistizio, che prevedeva l’entrata in guerra dell’Italia contro la Germania. Mio nonno, come tanti altri soldati, non sapeva nulla di questo armistizio. Arrivarono i tedeschi e disarmarono e fecero prigionieri i soldati italiani, tra cui mio nonno Angelo.
Da Roma, con un treno merci sigillato, vennero portati in un campo di concentramento che si trovava in Prussia (Germania). Dopo alcuni mesi di prigionia, iniziò a lavorare in uno zuccherificio e alla manutenzione di un caseificio a Cudova. Mio nonno, in prigionia, mangiava bucce di patate, ceci, barbabietole o rape e beveva l’acqua dai fossi. Dopo 4 mesi venne sottoposto a una visita medica per vedere se era ancora un abile lavoratore. Dopo questa visita venne fatto lavorare in una miniera di carbone a Neorode. La mattina i prigionieri, dopo la sveglia, si dovevano mettere in riga nel cortile all’aperto e i tedeschi controllavano se c’erano tutti. Una mattina, invece, mio nonno stava ancora dormendo mentre i tedeschi facevano il solito controllo ed essi, dopo aver visto che mancava, pensarono fosse evaso. Andarono nelle camere e videro che dormiva. Urlarono “OSTEN” (sveglia) e gli diedero vari colpi di fucile sui fianchi per farlo alzare. Quei colpi lo resero dolorante per molti giorni. Mentre mio nonno lavorava nella miniera, i tedeschi combattevano contro i russi e persero la guerra. I russi vittoriosi liberarono i prigionieri del campo e li portarono in Cecoslovacchia. Mio nonno qui aspettò un mese, prima che gli americani venissero a prenderlo. Essi lo portarono al confine italiano del Brennero. Arrivati fermarono i camion, i soldati italiani scesero e per la gioia di essere liberi e vivi, baciarono la terra italiana. Per la strada del ritorno si fermarono in una cascina dove c’erano delle suore che dettero loro il primo pasto italiano: minestra, carne e ciliegie. Arrivò a casa il 12 Giugno 1945 debole, con i pidocchi e i vestiti logori, ma trovò la sua famiglia che finalmente poté riabbracciarlo.
Questa esperienza per mio nonno è stata molto dolorosa e crudele.
Alice Giacomini (III H)

Il giorno 7 maggio SCORSO, il dott. Luigino Rancan, sindaco del nostro paese, è venuto a informare noi ragazzi di terza che la sera dell’ 8 maggio avremmo avuto la possibilità di partecipare ad uno speciale Consiglio Comunale indetto appositamente per noi, per farci capire come funziona uno dei principali organi del Comune. La sera seguente i ragazzi presenti erano 16 e hanno partecipato con interesse alla spiegazione del Sindaco. Gli argomenti all’ordine del giorno erano tre. Il primo argomento, “Comunicazioni del Sindaco“, prevedeva la spiegazione, da parte del Primo Cittadino, di che cos’è il Comune, com’è composto e quali sono le sue funzioni. Il tutto ci è sembrato abbastanza chiaro. Quando, invece, sono stati trattati i successivi due punti, cioè “Controdeduzioni all’ordinanza CO.RE.CO 2585/C/2001 relativa alla deliberazione di C.C.n.10 del 10.04.2001 avente ad oggetto:Approvazione Conto Consuntivo Esercizio 2000” e “Approvazione Regolamento per il Servizio di Economato”, le cose si sono un po’ complicate perché non riuscivamo più a seguire visto il carattere ostico, per noi ragazzi, degli argomenti affrontati e la specificità del linguaggio usato. Complessivamente però è stata un’esperienza positiva, perché abbiamo imparato un po’ di più come è organizzato il Comune, che è un ente così vicino a noi, ma ancora sconosciuto ai molti. Stella Maris e Mauro (III H)