Il re di un regno con lussuosi giardini adorni di fiori di
ogni tipo, aveva due figli: il primogenito era vestito con abiti di mille
colori, frequentava feste con donne meravigliose ed era sempre in mezzo all’oro.
Per questo tutti lo chiamavano “Raffinato“. Il secondogenito indossava abiti
modesti perché non voleva essere adorato e lodato; viveva in una stanza del
castello ritenuta la più misera, frequentava gente povera con il cibo misurato.
Tutti lo chiamavano “Flit”. Un giorno, dopo un susseguirsi di miserie e
carestie, «Due chiavi portano fuori, la terza porta a un feroce mostro». Raffinato rimase incerto sulla chiave da scegliere ma, poiché era abituato a vivere nell’oro, scelse la chiave dorata. Dopo qualche secondo una porta dorata si aprì e il mostro lo divorò. Così morì Raffinato. Passarono alcuni anni, durante i quali il regno cadde nella miseria più nera. Un giorno Flit decise di partire e disse al padre: «Padre, voglio una spada ed uno scudo». Messosi in viaggio, trovò il mago che gli disse esattamente le cose che aveva detto a suo fratello. Il giovane prese una borraccia d’acqua, dei vestiti e tre pani e partì. Come gli altri, trovò il palazzo e notò che era popolato di ranocchie, che in realtà erano tutti gli uomini che vi erano giunti prima. All’ultimo piano vide anche lui le tre chiavi e scelse quella più povera. La porta di ferro si aprì e comparvero tre fanciulle: una aveva la lingua secca e Flit le diede la borraccia d’acqua, una che si vergognava perché era senza vestiti e Flit le diede gli abiti, la terza che chiedeva da mangiare ed il ragazzo le diede i pani. Le tre fanciulle si trasformarono in una splendida fata che gli donò un cristallo magico e gli disse: «Nel monte chiamato Akazubi vedrai un buco scavato nella roccia: lì dovrai posare questo cristallo e potrai trovare la piuma dell’airone magico». La fata scomparve ed il ragazzo proseguì il suo viaggio. A sera decise di riposare in una locanda dove chiese una stanza con un letto ed un armadio per depositare il cappello, la spada e lo scudo. A tarda notte fu svegliato dal rumore di passi che si avvicinavano e, alzatosi, in punta di piedi prese spada e scudo e si preparò alla lotta. Comparve il locandiere che voleva rubargli il diamante, ma il giovane riuscì a difenderlo e fuggì. Durante il viaggio trovo una lavandaia e un magazziniere, che volevano entrambi il diamante. Dopo giorni e giorni di cammino il ragazzo arrivò al monte Akazubi sulle cui pendici rocciose vide il buco per il diamante e ve lo posò. Dopo alcuni secondi si trovò in mano la piuma dell'airone incantato e si sentì trasportate nel castello di suo padre. Tutto era tornato normale e il re chiese a Flit cosa volesse come ricompensa. Il giovane rispose che voleva che nel regno tutti avessero il necessario per vivere bene e il re acconsentì. Da allora, in quel regno, tutti vivono felici e contenti. Valentino Pasquali (I H) In quel periodo non avevo ricevuto molti regali, anzi,
nessuno. Desideravo tanto però avere un animaletto che mi facesse compagnia.
Arrivò settembre e la scuola non era ancora iniziata: mancavano pochi giorni.
La mamma mi disse che, forse, una sua amica aveva intenzione di regalare un
gattino a una persona che desiderasse prendersi molta cura di lui. Io,
entusiasta, dissi a mia madre che ero pronta ad accoglierlo. La mamma telefonò
alla sua amica per darle la buona notizia e dopo pochi giorni mi portò l’atteso
fagottino. Presi fra le braccia “Piccolo”, questo fu il nome iniziale del
gattino. Jenny Luisetto (II G) |
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